ROMA – Aveva il pallino dei viaggi il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana Enrico Saggese, che venerdì 7 febbraio ha deciso di dimettersi. E quando si trattava di andare all’estero non badava a spese.
Cina, Sudamerica, Sudafrica: partiva con decine di persone al seguito. C’erano politici, giornalisti, dipendenti, spesso con mogli e fidanzate. Tanto a pagare pensava l’Ente.
Forse per “gonfiare” i costi, favorendo così le società amiche incaricate di organizzare i tour, chiedeva preventivamente uno studio di fattibilità addebitato per decine di migliaia di euro. Le consulenze esterne erano evidentemente un’abitudine. Basti pensare che tra il 2008 e il 2013 ha ingaggiato 52 persone e autorizzato 19 borse di studio per un totale di tre milioni e 800 mila euro.
E adesso i pubblici ministeri Paolo Ielo e Mario Palazzi (titolari dell’inchiesta per corruzione, concussione e truffa svelata con decine di perquisizioni in tutta Italia) stanno esaminando ogni incarico per valutare se fosse davvero necessario. Ma stanno soprattutto verificando la regolarità di decine di appalti, con un’attenzione particolare a quelli sul sistema ottico, sui satelliti militari e sulle apparecchiature Gps.
Scrive Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera:
Saggese ha lasciato l’incarico forse temendo conseguenze giudiziarie più gravi dell’avviso di garanzia. L’indagine si è già allargata con l’iscrizione di almeno dieci persone nel registro degli indagati, compreso il professor Maria Bizzarri, presidente della commissione biomedica dell’Asi, che avrebbe fatto «dirottare» su una onlus a lui riferibile fondi dell’Agenzia. E adesso si stanno effettuando controlli sulle procedure di nomina degli alti dirigenti. In particolare quella del direttore generale Fabrizio Tuzi. Il sospetto è che il concorso interno sia stato «truccato» riuscendo a non far ammettere all’orale le tre persone che avevano più titoli e soprattutto maggiori requisiti.
A denunciare l’allegra gestione dell’Ente è stato Roberto Borsa, responsabile delle Relazioni Internazionali dell’Ente. I magistrati accusano Saggese di averlo minacciato e «demansionato» per non parlare e lui adesso non nasconde la propria soddisfazione: «Abbiamo le risorse intellettuali per competere e vincere ma ognuno di noi, nella società, nel proprio posto di lavoro, nel quotidiano, deve dichiarare guerra alla corruzione, alla mite compiacenza o alla timorosa connivenza. Io l’ho fatto per difendere l’Agenzia e quanto sta accadendo in queste ore mi fa sentire la presenza dello Stato».
Non c’è soltanto il ballerino di tango Mario Giacomo Sette tra i «fedelissimi» del presidente. L’elenco dei consulenti comprende il legale Pierluigi Di Palma che ha ottenuto 130 mila euro per pareri giuridici pur essendo un dipendente dell’avvocatura dello Stato e dunque in evidente conflitto di interessi.
Ben 200 mila euro ha preso invece Bizzarri per effettuare «analisi e monitoraggio del programmi di telemedicina di Italia e in Europa». Si tratta di un oncologo di fama che con Saggese aveva un’assidua frequentazione. Tanto da poter ottenere soldi per quattro persone poi risultate impegnate nella sua associazione.
L’Asi ha una sede a Malindi, in Kenya, il «Broglio Space Center». Ebbene, ai magistrati Saggese dovrà spiegare come mai avesse deciso di mandare in Africa non soltanto i dipendenti, ma anche alcuni consulenti che per 38 mila euro a testa dovevano occuparsi di «tenere i contatti operativi con l’ambasciata italiana a Nairobi» oppure «monitorare l’iter delle pratiche doganali» (…)
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