MILANO – “Quello che è accaduto è davvero spiacevole. Dobbiamo convincere 20 milioni di persone a venire a Milano a visitare l’Expo e sarebbe un vero peccato perdere questa opportunità”. Sono amare le parole di Giuseppe Sala, commissario unico all’Expo, di fronte allo sciopero che martedì 28 aprile ha paralizzato per mezza giornata Milano.
Il Comune di Milano nei giorni scorsi aveva investito ben 52 milioni per raggiungere un’intesa con i sindacati di categoria in modo da rafforzare durante il periodo dell’Expo i trasporti pubblici locali. L’accordo prevede una tregua di sei mesi da ogni tipo di agitazione e turni di lavoro rinforzati, in cambio di 500 assunzioni e di un solido pacchetto di premi per i dipendenti pari ad alcune centinaia di euro mensili. Ma i Cub hanno deciso di scioperare proprio contro l’accordo, sostenendo che in questo modo ai lavoratori è impossibile prendere le ferie e che i livelli di straordinari costringeranno i dipendenti dell’Atm a “stare alla guida ogni ragionevole limite”. E dunque viene manifestata “una totale indifferenza verso il problema della sicurezza”.
Come riporta Alberto Gentili sul Messaggero, le ipotesi allo studio sono essenzialmente tre.
La prima, appunto, prevede un referendum preventivo tra i lavoratori sul modello adottato in Germania, Gran Bretagna, Olanda e Danimarca, per evitare che la collettività sia danneggiata da uno sciopero con adesioni minime. L’idea è di consentire lo sciopero soltanto se almeno il 50% dei lavoratori (in Germania è il 75%) vota a scrutinio segreto a favore della protesta.
La seconda ipotesi, che come la prima potrebbe entrare in un decreto o in un disegno di legge, è l’autorizzazione allo sciopero solo ed esclusivamente se le sigle che indicono l’agitazione contano almeno il 50,1% degli iscritti tra i lavoratori dell’azienda di trasporto.
La terza idea allo studio, infine, è quella già avanzata da Roberto Alesse, presidente della Commissione di Garanzia dell’Attuazione della Legge sullo Sciopero nei Servizi Pubblici Essenziali: l’istituzione dei periodi di sospensione degli scioperi (o moratorie) in occasione dei grandi eventi.
Se nei prossimi giorni il governo non dovesse battere un colpo, sarà l’Autorità di garanzia a prendere l’iniziativa. Alesse ha già fatto sapere di essere determinato a convocare i sindacati, per raggiungere un protocollo d’intesa provvisorio, in modo da consentire il regolare svolgimento dell’Expo prima e del Giubileo poi.