ROMA – Matteo Renzi fa “l’ala sinistra della signora Merkel” e così ottiene il suo primo “successo in Europa”. E’ la tesi di Giuseppe Turani del Quotidiano Nazionale in una lunga analisi ripresa dal sito “Uomini e Business”.
Secondo Turani Renzi avrebbe mediato tra Merkel e Hollande strappando un accordo che se da un lato non mette in discussione il patto europeo di stabilità dall’altro concede ai paesi in difficoltà più margini di manovra, ovvero di fare più debito.
L’analisi di Giuseppe Turani:
Primo, e importante, successo europeo per Matteo Renzi. In pratica si è messo fra la signora Merkel e il presidente francese Hollande e ha portato a casa un onorevole compromesso. Una sorta di patto per la crescita. Il cancelliere tedesco avrà come presidente della Commissione Ue Jean-Claude Junker (che è quello che ha voluto sin dall’inizio). I socialisti, invece, avranno Martin Schultz come presidente del Parlamento. Si sblocca così, a cinque giorni dalla riunione decisiva, la questione dei vertici europei.
Ma questa è solo la parte più visibile dell’accordo Renzi-Hollande. Dietro si sarebbe giocata una partita ben più importante. In sostanza, i socialisti (grazie anche al lavoro diplomatico di Renzi) danno via libera alle richieste della signora Merkel e accettano di non mettere più in discussione il patto europeo di stabilità. Tutto rimane come prima.
In cambio hanno ottenuto dai tedeschi l’assicurazione che quello stesso patto sarà gestito con una certa flessibilità. E questa è la sostanza vera dell’accordo. Qualcuno dice che in questa circostanza Renzi si è comportato come “l’ala sinistra della signora Merkel”, mediando fra tedeschi e francesi, fra democristiani e socialisti. E sembra di capire che le cose siano andate proprio così. I socialisti hanno accettato di mettere un fedele dei tedeschi alla guida della Commissione e non apriranno il vaso di Pandora dei patti europei, che quindi restano così come sono stati scritti a suo tempo.
Ma che cosa cambia allora? Quello che c’è di diverso è l’assicurazione che i paesi in difficoltà, con poca ripresa e molta disoccupazione, avranno margini più larghi entro cui muoversi. In una parola: potranno fare più debiti (procurandosi così più soldi) e cercare così di rilanciare le proprie economie.
Questo compromesso è stato trovato perché anche la signora Merkel si è resa conto che l’austerità sta soffocando una parte importante dell’Europa (quella a Sud) e che la situazione potrebbe diventare esplosiva. Oggi gli euroscettici (alla Grillo e Farage, per intenderci) contano quasi niente e non sono in grado di influire sulle scelte europee. Ma, se la crisi dovesse continuare, potrebbero diventare importanti.
Per quello che se ne sa oggi non c’è niente di scritto e non ci sono cifre. Ma ormai anche i tedeschi cominciano a essere preoccupati per la non-ripresa smagliante dell’Europa. Qualche settimana fa hanno dato via libera a Draghi. Adesso si apprestano a dire sì ai socialisti, e così il Vecchio Continente avrà un po’ più di soldi (a debito) da spendere. Speriamo bene.