ROMA – All’assemblea del Pd, Matteo Renzi lancia la sfida: “Fai con noi le riforme e restituiamo i rimborsi”. Ma Beppe Grillo lo umilia: “Caccia tutta la grana e andiamo a votare”.
Scrive Stefano Filippi sul Giornale:
(…) Questo il guanto lanciato dal rottamatore ieri davanti all’assemblea nazionale del partito: «Te lo dico io, Beppe Grillo, firma qua. Hai 160 parlamentari decisivi per fare le cose su cui 8 milioni di italiani ti hanno votato. Via il Senato, tagli alle regioni, nuova legge elettorale: tu appoggi il nostro programma e noi restituiamo subito i rimborsi elettorali. Il Paese aspetta le riforme. Se ci stai, si fa. Se non ci stai, sei un chiacchierone. L’espressione “buffone”vale per te».
Su queste parole Renzi ha incassato l’applauso più fragoroso dei mille delegati Pd. Era questa la «sorpresina» annunciata alla vigilia. Non un tentativo di compaginare una maggioranza diversa da quella che sostiene il governo di Enrico Letta, ma una sfida, un corpo a corpo con l’ex comico. Il quale in serata ha replicato esibendo tutta la sua eleganza: «Renzie aveva annunciato una “sorpresina”. C’è stata invece solo una scoreggina», ha scritto sul blog. «Caccia la grana, Renzie, e cacciala tutta, non solo la seconda rata, anche la prima». Ma Grillo sbatte la porta in faccia a Renzi anche sulla legge elettorale: «Si sciolga questo Parlamento delegittimato e si voti con il Mattarellum. Sarà il prossimo Parlamento a fare la nuova legge elettorale» (…)
Queste sono le priorità. E la legge elettorale? I tagli ai costi della politica? Renzi li liquida come «tecnicismi utili», «buoni esempi», che non fanno risparmiare grandi somme. Dal sindaco di Firenze non arrivano ricette, soltanto l’indicazione di un sistema che difenda il bipolarismo perché «le larghe intese sono un’eccezione». «Diamo la massima disponibilità a tutte le forze politiche per trovare le soluzioni. Ma entro gennaio o la Camera approva una riforma oppure la politica perde la faccia ». Se Renzi si illudeva di approvare la legge con i voti di Grillo, la faccia l’ha già persa lui.
Un nemico è comunque individuato: la stampa. Avversario condiviso con Enrico Letta, che nel suo saluto all’assemblea Pd si è lagnato di come viene raccontata l’azione del governo aggiungendo: «Dai giornali devono sparire i retroscena dei rapporti tra me e Matteo, perché tutto dev’essere trasparente». Renzi rincara: è vergognoso che il fondo per l’editoria (che in realtà è un ammortizzatore sociale) sia sei volte il fondo per la famiglia. «Le banche devono uscire dall’editoria e dai luoghi dove hanno cercato di governare il Paese». È un attacco a tutti i giornali tranne uno, Repubblica , che sta dalla parte di Renzi. E conta sui soldi versati da Silvio Berlusconi al gruppo che fa capo a Carlo De Benedetti.
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