Laura Boldrini “maestrina”: “Immaturi” ai deputati del M5S

Laura Boldrini "maestrina": "Immaturi" ai deputati del M5S
Laura Boldrini “maestrina”: “Immaturi” ai deputati del M5S (Foto LaPresse)

ROMA -Laura Boldrini che ha riaperto la Camera in pieno agosto per una seduta di poco più di un’ora ha provocato una serie di attacchi polemici da parte dei seguaci di Beppe Grillo, il Movimento 5 Stelle, e dei deputai della Lega Nord, nel silenzio imbarazzato del Pd, pur in presenza del segretario Guglielmo Epifani, eccezion fatta per la difesa, al limite del surreale di Dario Franceschini:

“Le donne italiane sono un po’ più protette”.

I deputati del Pd sono stati costretti a schierarsi a difesa di una presidentessa che non è nemmeno del loro partito, per una legge snobbata anche dai ministri competenti, Angelino Alfano, Anna Maria Cancellieri e Enrico Letta.

Ne sono state dette di tutti i colori, proprio come ai tempi del liceo, con citazioni manzoniane (donna Prassede), il marchio di “immaturi”, proprio come fanno le ragazze, oggettivamente più avanti nella maturazione, con i coetanei maschi più acerbi e spesso sguaiati.

Il titolo più azzeccato sembra quello di Italia Oggi:

“La presidente della camera, sotto accusa, attacca così quelli del M5s: siete immaturi”

” Boldrini, la maestrina in Aula”.

A leggere le cronache della seduta della Camera e dei dialoghi fra Laura Boldrini e i suoi contestatori, sembra di essere tornati indietro di mezzo secolo, alle fantacronache parlamentari di Giovanni Guareschi sul suo Candido editore Rizzoli.

Non stupisce Libero, non da ieri impegnato in un sistematico attacco quotidiano alla Boldrini, di cui basta il titolo:

“Camera aperta e richiusa. Finisce in farsa l’auto-spot della Boldrini”.

Ma anche giornali di sinistra come Repubblica e il Fatto quotidiano, per i quali la Boldrini assume spesso il profilo di una Santa comunista, sono stati travolti dagli aspetti paradossali della giornata.

Sul Fatto, la cronaca di Tommaso Rodano, riferisce tra l’altro:

“Il Movimento 5 stelle, dopo le polemiche degli ultimi giorni, ha continuato a contestare Laura Boldrini per la decisione di riaprire Montecitorio per una sola seduta, e con oltre due settimane di anticipo sulla ripresa definitiva dei lavori parlamentari, fissata per il 6 settembre. Più uno “spot promozionale” del presidente della Camera, secondo i grillini, che una scelta dettata da esigenze di lavoro.

Il più duro è Massimo Artini: “Questa seduta il 20 agosto le faceva comodo tra una vacanza e l’altra? Spero di no, presidente: ci è costata, a spanne, circa 150-200 mila euro. Soldi sprecati. Che avremmo preferito destinare, piuttosto, a qualche centro antiviolenza”.

Giulia Sarti, altra deputata M5s, ce l’ha soprattutto con gli altri partiti: “Il problema è che si prendono in giro i cittadini, facendogli credere che siamo qui a lavorare, quando non è vero. I partiti sono impegnati al Meeting a Rimini per la grande passerella delle larghe intese”.

Dopo l’ennesima polemica del 5 stelle Walter Rizzetto, arriva la replica del presidente della Camera. Tutt’altro che diplomatica: “Ma lei ha capito che è un obbligo essere qui? Di quali sprechi parla? È la Costituzione che ce lo chiede, è un esercizio democratico. Mi spiace che il livello sia questo. Questa disputa – ha concluso la Boldrini – è pretestuosa. Non è segno di maturità”.

A Montecitorio, in poco più di un’ora, si parla di tutto eccetto che di femminicidio. Anche la Lega attacca la presidenza a testa bassa. E il duello con il Movimento 5 stelle non si placa nemmeno dopo la chiusura della seduta. La situazione precipita in serata, con l’uscita violentissima e fuori luogo del deputato grillino Andrea Colletti su Facebook: “Capisco la Boldrini – ha scritto sulla sua pagina personale – Nella sua vita professionale ha sempre strumentalizzato le tragedie di poveri rifugiati. Ora che è diventata Presidente della Camera (non certo per meriti suoi visto che si dimostra spesso una incapace) giustamente strumentalizza omicidi di donne per farsi un po’ di pubblicità””.

La cronaca di Tommaso Ciriaco su Repubblica rappresenta un piccolo capolavoro e impone ampie citazioni:

“Con incontaminata inflessione barese, il vendoliano Arcangelo Sannicandro immortala la seduta del 20 agosto 2013: «Stiamo facendo ridere l’Italia». Ridere forse no. Ma di certo alla Camera va in scena uno sgangherato duello rusticano, fortissimamente cercato dai grillini e cavalcato con soddisfazione dai leghisti. A farne le spese è Laura Boldrini, impegnata per due ore in un inusuale ping pong verbale con l’opposizione. E alla fine il polverone quasi nasconde il decreto sulla piaga del femminicidio.

“Il grillino Walter Rizzetto si aggira di buon mattino in Transatlantico. È infastidito: «Non voglio perdermi questa pagliacciata ». Si capisce presto che l’umore delle truppe parlamentari tende al nero.

“La rissa scatta quasi subito. Giusto il tempo di incardinare il provvedimento, poi Boldrini finisce sotto tiro. È accusata di aver veicolato ai media una notizia falsa, esaltando una Camera aperta anche ad agosto. «Noi non stiamo lavorando – apre le ostilità Carlo Sibilia – è inutile vendere una cosa che non esiste». In un attimo la sfida si accende. A ogni accusa, Boldrini ribatte. Il leghista Nicola Molteni denuncia un «eccesso di ego». La Presidente legge il post Facebook con il quale preannunciò il rientro di mezza estate e replica: «Non credo che ci sia stato protagonismo, solo una legittima comunicazione». Il grillino Massimo Artini sfotte: «Siamo qui il 20 perché le veniva comodo tra una vacanza e un’altra? ». E lei contesta sdegnata: «Spiace che si ricorra a tali espedienti, non è segno di maturità».

“Su Facebook il grillino Andrea Colletti è senza freni: «Strumentalizzaomicidi di donne per farsiun po’ di pubblicità».

Prende la parola Gianluca Buonanno. Scintille assicurate. «Non potevamo lavorare una settimana invece che un giorno? Devi andare al mare, cara donna Prassede?».

“Si va presto fuori traccia. Lega e M5S fanno i conti: «Questa giornata – protesta Rizzetto – costerà alla Camera 150 mila euro. Potevamo darli a un centro antiviolenza sulle donne».

Boldrini è infuriata: «Ma ha capito che è un obbligo costituzionale essere qui?». Nel calderone finisce dentro di tutto, anche il Meeting di Cl. La grillina Tiziana Ciprini: «Qual è il nesso tra un movimento ecclesiale, che è setta catto-affarista, e i politici di uno Stato laico?». Il dem Guglielmo Vaccaro prova a difendere il raduno, ma non riesce a parlare: «Me l’ha impedito Boldrini».

“Chi invece la difende è il dem Walter Verini: «Basta con il cinismo e il populismo». E la montiana Gea Schirò Planeta: «Siamo all’ossimoro logico….».

“Attonito, il ministro per i rapporti con il Parlamento Dario Franceschini difende le ragioni del decreto: «Le donne italiane sono un po’ più protette».

“Si fa tardi. La fame rende tutti più nervosi. La seduta è tolta, Boldrini è provata: «Ho fatto solo il mio lavoro. La polemica è sterile e allontana i cittadini dalle istituzioni »”.

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