Libero: “Per 6 europei su 10 l’euro è un fallimento”

Libero: "Per 6 europei su 10 l’euro è un fallimento"
Libero: “Per 6 europei su 10 l’euro è un fallimento”

ROMA – Dopo le vendite a pioggia in Borsa nella scorsa settimana, complici i dati delle trimestrali, per le banche italiane è suonata ieri l’ora della resurrezione. A partire dal Banca Popolare (+6% abbondante) tra i titoli più tartassati, fino alle ammiraglie Intesa e Unicredit.

Tutto per merito di un banchiere lussemburghese, Yves Mersch, l’ultima recluta della Bce, già bocciato dal Parlamento europeo che rivendicava una donna per il direttorio di Draghi. Monsieur Mesch ieri ci ha fatto una grazia: nel primo esame Bce sulle banche, ha confidato Mersch, non sarà calcolato il rischio default per i titoli di Stato in portafoglio. Tanta clemenza farà inseguito spazio a criteri più severi, così come chiede la Bundesbank.

Scrive Ugo Bertone su Libero:

(…) Ma il primo test, quello valido per l’ammissione nel 2014, non terrà conto della possibilità del fallimento di Italia e Spagna. E poi? Si vedrà. Lo stress test, basato sull’ipotesi di altri tre anni di crisi, è già abbastanza duro. La notizia dimostra, caso mai ve ne fosse bisogno, che la tenuta del sistema bancario, il motore necessario per immaginare una qualsiasi ripresa dell’economia, è appesa a un filo sottile, minacciato dalle forbici della Bce. O meglio, della Bundesbank. Al di là del lavoro abile di Draghi e di quasi tutti gli economisti non legati alla struttura della Buba, sull’eurozona continua a incombere una spada di Damocle che un risultato l’ha ormai raggiunto: ha «stressato» gli europei, prima ancora delle banche. Per averne un’idea più precisa merita dare una lettura al Transatlantic Trends 2013 (www. Trends.gmfus.org) curato dall’americano German Marshall Fund e dallaCompagnia di San Paolo, più altri partner).

La maggioranza degli europei continua a essere convinta che l’appartenenza all’Europa sia un fatto positivo, anche se la percentuale degli euro sostenitori è scesa al 57 per cento, con cadute drammatiche in Olanda (-15%) e Portogallo (-20%). Ma il dato più importante riguarda l’euro: alla domanda, ma l’euro è stato un bene oppure no, la maggioranza degli europei ha risposto che la moneta unica si è rivelata un male. Una risposta che accomuna sia i Paesi che hanno la sventura di far parte dell’area euro chegli europei chene sono stati fuori: il 60% degli europei ritiene che l’euro sia stata una disgrazia per l’economia del proprio Paese. In Italia, la percentuale degli euro scontenti sale dal 46% (2011) al 51% (2012) fino al 58% attuale (2013).

Risultati analoghi valgono per la Spagna, la Francia o il Portogallo per non parlare dei Paesi che dall’euro sono stati alla larga, come Polonia, Gran Bretagna o Svezia, dove solo un cittadino su cinque vorrebbe adottare la monetaunica. Ci sono, però, tre eccezioni: la Romania, la Slovacchia e la Germania dove gli euroscettici sono in calo dal 49% del 2011 al 44% attuale (…)

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