ROMA – Tagliarsi indennità e diaria, ovvero le voci che compongono lo stipendio dei parlamentari. Già, ma quanto? I parlamentari del Movimento 5 Stelle hanno aperto da tempo il dibattito, ma la soluzione è lontana: c’è chi dice di avere coniuge e figli da mantenere, chi invece vorrebbe tagliare di più ma magari è single e ha meno esigenze economiche.
E poi: una volta stabilito il taglio, che fare con quei soldi? L’idea è quella di far confluire il denaro su un progetto specifico, come il sostegno al microcredito. Il codice dei grillini dice che vanno restituiti 2,500 euro dell’indennità. Il dibattito però, come racconta Paola Zanca sul Fatto Quotidiano, è sul resto:
Ma il vero problema riguarda la diaria: 3500 euro con cui i parlamentari dovrebbero pagare vitto e alloggio. Grillo ha stabilito che vada tutto rendicontato, ma è stato lui stesso a dire agli eletti “non voglio che facciate la fame”.
Ed è qui che lo scontro si fa feroce. C’è chi crede che conservare gli scontrini di ogni caffè che si beve sia una follia e dunque chiede che si stabilisca un forfait. Qualcuno ha già stimato che il necessario per vivere nella Capitale è al massimo la metà. Come fare, però, con le tasse che verranno calcolate sul reddito totale?
Altri ancora ricordano i soldi che hanno già speso in campagna elettorale (i fondi raccolti dal sito di Grillo hanno coperto solo le uscite dello Tsunami tour) e credono che sia un loro diritto rientrare con i crediti: la diaria, dicono, teniamocela tutta. Per non parlare di chi ha figli, un mutuo e magari, per venire in Parlamento, ha rinunciato a un lavoro dove al netto delle spese era pagato anche di più. La guerra contro i giovani single (magari già di casa a Roma) è ufficialmente aperta: “Questi ci vogliono levare tutto, non passerà”.
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