ROMA – “Cicciobomba Cannoniere” è il titolo dell’editoriale a firma di Marco Travaglio sulle pagine del Fatto Quotidiano di martedì 1 settembre.
Ormai l’assuefazione alle balle è talmente diffusa e l’inutilità del Parlamento talmente conclamata che non solo nessuno, nemmeno in quel che resta dell’opposizione, chiede più le dimissioni dei ministri bugiardi. Ma si rinuncia persino a invocare il rito – doveroso quanto superfluo – di chiamare il governo a “riferire alle Camere”. Lasciamo un momento da parte le balle spaziali sparate ogni giorno da Renzi (negli asili, nelle elementari,nelle medie e nelle superiori che stanno riaprendo i battenti già si assaporano gli effetti balsamici della “Buona Scuola”), anche perché è impossibile acchiapparle tutte. E concentriamoci su due fra i ministri più ballisti: Angelino Alfano e Giuliano Poletti.
Alfano è quello che accusa la giunta di Ignazio Marino (mai indagato) per Mafia Capitale e si tiene nell’Ncd e nel governo il sottosegretario Giuseppe Castiglione (indagato per turbativa d’asta sul Cara di Mineo); poi, al posto del Comune di Roma, scioglie il municipio di Ostia, pur ammettendo che “la legge prevede il commissariamento di Roma, ma abbiamo ritenuto che non sussistessero i presupposti e sussistessero invece per un supporto del Viminale per cambiare la rotta”: una barzelletta. Però annuncia in pompa magna che – grazie a un disegno di legge, a un decreto e a vari regolamenti varati dall’ultimo Consiglio dei ministri – Marino sarà guardato a vista dal prefetto Franco Gabrielli per “gli interventi di risanamento dei settori risultati più compromessi dagli accertamenti ispettivi” e per “il “raccordo operativo tra le Istituzioni interessate alle opere per il Giubileo”. La stampa erige subito il monumento equestre a Gabrielli “super prefetto” con tanto di “super poteri”, manco fosse il generale Dalla Chiesa,per altro sprovvisto di super poteri esattamente come Gabrielli. Il quale avrà gli stessi identici poteri di prima: quelli di qualunque altro prefetto di qualsiasi altra città. Come se il governo non si fosse mai riunito e non avesse mai deliberato. Tutta fuffa per giustificare l’ingiustificabile e illegittima decisione tutta politica di Alfano e Gabrielli di non sciogliere il Comune di Roma, violando la legge che, in casi analoghi e anche molto meno gravi, prevede lo scioglimento: infatti lo ha provocato – spesso per molto meno – in ben 253 consigli comunali dal 1991 a oggi. Il perché lo sanno tutti: i sondaggi dicono che, se Roma tornasse alle urne, vincerebbero i 5Stelle. Ma questo non si può dire. Molto meglio mentire anche sul movente della menzogna.
E così si racconta che, col Giubileo alle porte, non si può votare (falso: le poche opere per il Giubileo sono già state quasi tutte deliberate; e in ogni caso, sciolta la giunta, la città sarebbe regolarmente governata dal commissario). Come può il ministro dell’Interno mentire così spudoratamente e impunemente? Poletti è quello che troneggiava con tutta la panza alf amoso cenone del 2010 in un centro per rifugiati organizzata dal capotavola Salvatore Buzzi (già ergastolano per omicidio, poi riarrestato per Mafia Capitale), con il sindaco Pdl Gianni Alemanno(oggi inquisito anche lui per mafia), il capo dell’Ama Franco Panzironi (arrestato con Buzzi), il pregiudicato in semilibertà Luciano Casamonica e il consigliere Pd Daniele Ozzimo (ora indagato). E già per questo dovrebbe sloggiare dal governo per motivi di precauzione igienico-sanitaria. Poi ogni mese spaccia dati taroccati sull’occupazione per magnificare gli effetti miracolosi del Jobs Act che finora non ha neppure scalfito la disoccupazione,sempre ferma al 12,7%, cioè allo stesso livello del febbraio 2014, quando nacque il governo Renzie Poletti divenne ministro del Lavoro. Il suo problema è che non conosce la sottrazione: non riesce a levare i contratti cessati dalla somma di quelli attivati. Non è cattivo, proprio non ce la fa: il segno meno non gli risulta. Giocondo e rubicondo com’è, vede solo il più. E quando non c’è se lo inventa. L’altro giorno Ciccio-bomba Cannoniere ha mentito addirittura più del solito e, una volta sgamato, è stato costretto a rettificare, minimizzando però la falsificazione come un innocente “errore umano” (…)