ROMA – “Chi è senza manganello…” Questo il titolo dell’editoriale a firma di Marco Travaglio sulle pagine del Fatto Quotidiano di domenica 8 dicembre:
L’abbiamo sempre scritto, e lo ribadiamo anche a Grillo come a tutti: nelle democrazie vere sono i giornalisti a dover criticare (quando lo meritano) i leader politici, e non viceversa. Anche quando i giornalisti meritano una critica – il che accade spesso, soprattutto in Italia – i leader politici dovrebbero astenersi dall’attaccarli pubblicamente. Meglio farebbero a rispondere nel merito alle critiche e, se si sentono diffamati, a querelarli con ampia facoltà di prova.
Se il blog di Grillo voleva rilanciare la sacrosanta battaglia dei 5Stelle contro i finanziamenti pubblici ai giornali (di partito e non), poteva farlo senza personalizzarla contro una singola giornalista, Maria Novella Oppo, dandole della “mantenuta da 40 anni” e minacciando di costringerla a “trovarsi un lavoro”. E se voleva smentire le sue offensive falsità sui parlamentari di M5S (“dimostrano di non saper fare e di non aver fatto niente per il popolo italiano… piccoli fan divenuti per miracolo parlamentari e tenuti al guinzaglio”) poteva elencare le attività fin qui svolte dagli eletti pentastellati. Dunque Maria Novella ha la nostra piena solidarietà per l’attacco del blog e, soprattutto, per la consueta gragnuola di volgari insulti che ne è seguita sul web. Invece non c’è nulla di scandaloso, o di illecito, o di fascista, o di squadrista nell’invito agl’internauti a “segnalare” gli articoli diffamatori che escono ogni giorno sulla stampa nazionale per una nuova rubrica “Giornalista del giorno”.
Se nascesse una rassegna stampa ragionata, con smentite incorporate, di ciò che di falso riescono (e sono già riusciti) a vomitare i giornali e le tv di regime contro 150 e più parlamentari eletti dal popolo (…) che non rubano, non mafiano, non scalano banche, non scassinano la Costituzione anzi la difendono, ne potrebbe venir fuori un’ottima tesi di laurea sullo stato dell’informazione in Italia. Uno scatenamento di bugie, calunnie, diffamazioni e invenzioni che non ha eguali in Europa e che si può spiegare soltanto con il maremoto che l’irruzione di quel movimento postideologico e antisistema ha provocato nelle acque stagnanti del bipolarismo all’italiana, o meglio nella sua proiezione giornalistica. Dove per decenni si sono fronteggiate una stampa di destra e una di sinistra, entrambe embedded che scambiano per “libera informazione” le loro guerricciole combattute per conto terzi. Per la stampa di sinistra, la destra ha sempre torto perché è di destra. Per la stampa di destra, la sinistra ha sempre torto perchè è di sinistra (…)
Per gli house organ del Pd, Formigoni era un corrotto e Alfano un incapace finché stavano con Berlusconi: ora che si sono messi in proprio (così almeno si crede) per sostenere il governo Napoletta diventano le reincarnazioni di Quintino Sella e Camillo Cavour. Specularmente, Alfano e Formigoni erano prima due perseguitati da difendere e ora sono due mascalzoni da attaccare (…)
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