ROMA – “Erich Priebke era diventato il simbolo della ferocia nazista. Gli spettasse o no questo dubbio onore è tutto da discutere”: questo il commento di Mario Cervi in un video-editoriale sul Giornale.it.
Commenta Cervi: “Priebke aveva partecipato alla strage delle Fosse Ardeatine, su questo non c’è dubbio. Partecipato come capitano delle SS. Era agli ordini del famigerato colonnello Kappler, che in quell’occasione ebbe un’accanimento, ebbe una voglia di sangue assolutamente orribili.
Nel 1948 il colonnello Kappler fu portato a processo davanti al tribunale militare di Roma, e fu condannato all’ergastolo. Tutti i suoi subordinati, cioè gli ufficiali che erano alle sue dipendenze – salvo Priebke che era già scappato verso l’Argentina dove poi si rifugiò – furono assolti per aver eseguito ordini superiori.
Se Priebke fosse stato processato insieme agli altri, sarebbe stato sicuramente assolto. Questo naturalmente non giustifica nulla del suo percorso di nazista. E pare che nel suo testamento abbia confermato la sua fede nel regime hitleriano, contraddicendo quello che poco tempo fa aveva detto in un’altra intervista.
Però Priebke non fu catturato dalle autorità internazionali, fu segnalato da una televisione americana, che lo trovo a Bariloce, sulle Ande argentine, dove viveva da decenni. Era venuto anche in vacanza in Italia. Quindi la sua vicenda ha assunto un rilievo, un’importanza forse sproporzionata rispetto al personaggio.
Poi le vicende attraverso le quali si arrivò alla condanna all’ergastolo sono state un po’ discutibili. Comunque nessuna pietà e nessun rimpianto per questo esecutore degli ordini di Hitler. Se lo posso rilevare, personalmente, i criminali di guerra italiani non sono stati mai portati a processo e condannati“.