MILANO – La pay tv di Mediaset, Mediaset Premium, è in perdita. L’11% è stato comprato dalla spagnola Telefonica, ma sono in corso trattative per cederla alla concorrente Sky di Rupert Murdoch. E’ quanto spiega Giorgio Meletti sul Fatto Quotidiano.
“Riconquistato grazie a Matteo Renzi il centro della scena, Silvio Berlusconi è pronto a giocarsi tutto il proprio peso politico sul tavolo degli affari. (…) Da mesi B. ha messo al centro del tavolo il destino di Mediaset Premium, la piattaforma di pay tv del Biscione, che viaggia sul digitale terrestre. L’azienda è in perdita, e le previsioni più amichevoli rinviano al 2017 i primi profitti. La convivenza tra Mediaset Premium e Sky è difficile perché l’Italia è l’unico mercato della pay tv con due piattaforme in competizione.
Nei giorni scorsi B. ha chiuso un affare d’oro. Mediaset è riuscita a farsi comprare l’11 per cento di Mediaset Premium dalla spagnola Telefonica, per 100 milioni. Mossa che è servita a fissare in 900 milioni il valore dell’azienda. Il Biscione ha bisogno di recuperare risorse: l’estate prossima inizia il pagamento dei 700 milioni per i diritti tv della Champions League del prossimo triennio, un investimento importante dai ritorni non certissimi. Fin dallo scorso autunno è iniziato un pressing notevole su Telecom Italia per ottenere anche dal colosso telefonico nazionale un investimento significativo in Mediaset Premium. Telecom è appena uscita dalla costosa avventura di La7, e non si capisce perché dovrebbe tornare a investire sui contenuti televisivi . L’amministratore delegato Marco Patuano sta comunque trattando (…).
La distribuzione della tv sui cavi Telecom acquisterà un peso crescente nei prossimi anni. Ci sono milioni di famiglie che non possono tecnicamente installare una parabola per il satellite, ed è a loro che ha guardato Sky portando a casa un ottimo accordo con Telecom. Nei prossimi mesi i pacchetti della pay tv di Rupert Murdoch saranno distribuiti da Telecom Italia e fruibili via cavo. L’amministratore delegato di Sky Italia, Andrea Zappia, ha spuntato da Patuano una clausola che ha fatto rabbrividire non pochi dirigenti Telecom, impegnandolo a comprare 120 mila abbonamenti all’anno per i prossimi cinque anni anche se non riuscisse a rivenderli. Una sorta di minimo garantito che vale attorno ai 70 milioni e garantisce a Sky un ragionevole utile per il bilancio sempre in bilico tra il rosso e il nero.
I manager di Mediaset stanno già affilando le armi per una battaglia a colpi di ricorsi all’Antitrust, perché si ripropone con Telecom il tema del decoder già rovente agli esordi della tv satellitare. Sky impone nuovamente la filosofia del decoder chiuso che impedisce ai concorrenti l’accesso alla distribuzione via telefono. Ma alla fine B. potrebbe anche farsi piacere la cosa, perché la difficile convivenza delle due piattaforme pay potrebbe risolversi con la cessione di Premium a Sky, della quale, secondo voci non confermate, avrebbero parlato recentemente i due grandi vecchi, B. e Murdoch.
La forza di B. in questo momento si misura anche nel fatto che all’influenza che è in grado di esercitare su Telecom si unisce il peso sulle decisioni del governo a proposito della futura rete a banda larga e ultra larga. Nella sostanza Renzi e il suo consulente strategico Andrea Guerra devono decidere quanto denaro pubblico mettere sulla partita e soprattutto se spingere l’acceleratore sui collegamenti a larga banda per il mercato più ricco (quello che interessa alle tv) o sulla banda larga per tutti, che è quella che forse serve di più allo sviluppo dell’economia. La tesi ufficiale è che le due cose non sono incompatibili. Ma è difficile fidarsi fino in fondo quando il capo della (finta) opposizione è in campo con tutti i suoi interessi”.
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