MILANO – “Ho già comunicato al consolato generale dell’India che non parteciperò alla festa. In un momento critico voglio dare un segnale di vicinanza ai nostri due uomini”. Il presidente della Provincia di Milano Podestà aderisce all’appello di Libero e diserterà l’evento organizzato a Palazzo Clerici per celebrare la 65° giornata nazionale della Repubblica dell’India.
Non sarà l’unico diniego: il governatore della Lombardia Roberto Maroni ha già fatto sapere che darà buca al console Manish Prabaht per protestare contro la detenzione dei due fucilieri. E anche il sindaco di Milano Giuliano Pisapia ha inviato una breve lettera alle autorità indiane rifiutando l’invito alla serata di gala.
Scrive Massimo Costa su Libero:
(…) Podestà spiega così il suo gesto di solidarietà a Massimiliano Latorre e Salvatore Girone: «Devono essere giudicati nel nostro Paese senza preconcetti e senza strumentalizzazioni elettorali».
Presidente Podestà, perché diserterà la festa a Palazzo Clerici? «Sono convinto di questa scelta e mi auguro che anche altri esponenti politici la prendano. Spero che il segnale possa arrivare alle autorità indiane, fermo restando che la Provincia di Milano con il console ha sempre avuto ottimi rapporti».
A Milano siete stati i primi a esporre lo stendardo con lo slogan «Salviamo i nostri marò » fuori da una sede istituzionale. «Lo stendardo è ancora fuori dalla nostra sede centrale di via Vivaio, in pieno centro. Come istituzione, proveremo a fare tutto il possibile».
La strada per sbloccare la situazione? «Deve muoversi meglio la diplomazia sotterranea. Purtroppo il pasticcio è stato fatto all’epoca del governo Monti. Prima si è comunicato alla nostra nave, sbagliando, di raggiungere il porto. Poi abbiamo visto addirittura litigare due ministri del governo italiano. Ora va rifiutato l’eccessivo clamore: mi auguro che la diplomazia si muova finalmente nel modo giusto».
Sbagliato alzare troppo i toni? «La questione dei marò va sottratta alla strumentalizzazione politica. Sappiamo che lo Stato federale dell’India andrà presto al voto e i nostri uomini sono rinchiusi in un territorio governato dall’estrema sinistra. Più che mostrare i muscoli, dobbiamo agire a livello diplomatico» (…)
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