ROMA – “L’Unione europea? È un prodotto americano”. E ancora: “Gli Stati Uniti hanno voluto creare l’Europa unita e l’euro per estendere e rafforzare i propri interessi sul vecchio continente”. Parola di Morris Mottale, professore di relazioni internazionali, politica comparata e studi strategici presso la facoltà di Scienze Politiche della Franklin University, università americana con sede a Sorengo, vicino a Lugano. Questo uno stralcio dell’intervista del Giornale.
Professor Mottale, si parla spesso dei forti legami tra Unione Europea governo degli Stati Uniti. Da dove ha origine questo rapporto?
“Il nodo così stretto che lega gli Stati Uniti all’Europa inizia con la vittoria militare americana nella Seconda Guerra Mondiale. L’Europa occidentale, cioè quella parte di continente rimasta fuori dall’orbita sovietica, venne ricostruita attraverso i fondi provenienti dal piano Marshall e le prime forme di mercato unico europeo, cioè la CED e la CECA che furono l’anticamera dell’attuale UE, si realizzarono in un sistema in cui l’economia europea era fortemente vincolata a quella americana. Gli Stati Uniti non hanno mai nascosto che la creazione di un’Europa unita e da loro controllata fosse la premessa della propria politica estera. Per costruirla hanno utilizzato e utilizzano la NATO. Dal primissimo dopoguerra ad oggi ogni Paese europeo che voleva entrare a far parte del processo di integrazione europea è prima dovuto diventare membro dell’Alleanza Atlantica.”
L’ingresso nella NATO è dunque l’anticamera per l’ingresso nella UE?
“Esattamente. Lo vediamo in questi giorni con il Montenegro, che per farsi ammettere nella UE ha richiesto l’ingresso nella NATO. Nonostante le opposizioni di alcune sinistre e dei nazionalisti tutti gli attuali Paesi della UE sono anche membri della NATO, tranne Irlanda e Svezia che però con la NATO hanno dovuto siglare una partnership. E’ una regola non scritta: se vuoi entrare in Europa devi prima entrare nell’Alleanza Atlantica.”
Quali sono dunque le condizioni che la NATO pone ai Paesi europei perché ne diventino membri e di conseguenza possano ambire a entrare nella UE?
“Prima di tutto viene richiesta loro la liberalizzazione degli scambi economici. Tutti i Paesi devono abbassare le tariffe doganali sui propri prodotti per permettere al libero mercato di svilupparsi. La liberalizzazione degli scambi è quindi è l’idea sulla quale convergono sia gli americani che gli attuali leader europei. In secondo luogo non va dimenticato che a seguito della conferenza di Bretton Woods del 1944, quando la guerra stava per terminare e i vincitori stabilivano le regole per amministrare il mercato globale, il dollaro è diventata la moneta principale di scambio. Dal 1944 fino al 1950 avvenne la formazione di un sistema internazionale gestito dagli americani e inizialmente anche dagli inglesi, che però poi si sono defilati perché troppo deboli. Quando nei primi anni ’50 nacquero le prime forme di integrazione europea esse erano e saranno in seguito sempre promosse dagli Stati Uniti e seguiranno le regole dettate da Washington” (…).