Nicole Minetti: 5 anni di galera, Emilio Fede e Lele Mora: 7 anni.
Il giorno dopo sui giornali. Leggiamo il Giornale dei Berlusconi e il Fatto, il più schierato con l’accusa.
Il Giornale ci apre l’edizione di sabato 20 luglio, ma nel titolo non dà la notizia, fa un accostamento tra due sentenze:
“RUBY DA MATTI
“LIBERATO UN ASSASSINO MA FEDE E MORA IN CELLA
“Un gip manda ai domiciliari il pirata della strada scappato dopo avere ucciso una ragazza. Invece chi andava a cena ad Arcore si becca sette anni. Questa giustizia umilia il Paese”.
Il Fatto inquadra la notizia nel ricco menu della giornata, dominato dalla mancata sfiducia a Angelino Alfano:
“Sentenza di primo grado del Tribunale di Milano Fede, Mora e Minetti condannati.
“Indagate B., Ghedini e Longo”. Sette anni per l’agente delle star (induzione alla prostituzione anche minorile) e per il giornalista; cinque anni per l’“igienista dentale” (“solo” per aver organizzato il giro di squillo maggiorenni). Risarcite le parti civili di tre ragazze. Il Cavaliere e i suoi avvocati sospettati di aver inquinato le prove nelle indagini difensive imbeccando le Olgettine”.
In prima pagina c’è anche la presentazione degli articoli di Gianni Barbacetto e Antonella Mascali:
“Ieri sono stati buttati i semi da cui germinerà un nuovo, insidioso processo a Silvio Berlusconi. Perché i tre giudici che hanno condannato Mora, Fede e Minetti, nel dispositivo della sentenza hanno anche disposto la trasmissione di alcuni atti processuali alla Procura della Repubblica: questa dovrà valutare se contengono evidenze di nuovi reati (corruzione in atti giudiziari?)”.