ROMA – La visita di Obama al Colosseo ha messo in risalto l’incapacità del sindaco Ignazio Marino (e forse di qualsiasi altro sidaco) di tenere Roma sotto controllo: per contrasto, ovviamente, perché in occasione della visita di Obama tutto è filato liscio, proprio il contrario di ogni altri giorno, quando la zona è preda di abusivi, camion bar, mendicanti e borseggiatori. (Non che vada molto meglio nelle altre parti di Roma, dove restano le sole forze di Polizia e Carabinieri a cercare, con mezzi e poteri limitati, di fronteggiare un degrado che ha trasformato la Capitale d’Italia in un suk.
La cosa ha fatto ulteriormente inferocire gli abitanti e i commercianti della zona adiacente i Fori imperiali, massacrati dalla demenziale di pedonalizzare a metà, per pura ideologia anti auto, via dei Fiori imperiali che non è solo un’opera del regime fascista ma era anche un’arteria e uno snodo fondamentali per il traffico di Roma, tra due rioni grandi come una media città italiana. Un po’ come se Graziano Delrio, quando era sindaco di Reggio Emilia, avesse chiuso l’autostrada per Bologna perché qualcuno dei suoi referenti ideologici ne aveva scritto male negli anni ’70.
Lo stato d’animo dei romani della zona Colosseo è sintetizzato nell’articolo di Camilla Mozzetti sul Messaggero.
Come ai tempi delle visite di Mussolini, quando arrestavano tutti i sospetti di potenziali disordini con giorni e giorni di anticipo, attorno al Colosseo le forze dell’ordine hanno fatto pulizia. Ignazio Marino, grande protettore di saltimbanchi, abusivi, zingari e mendicanti, voleva scodinzolare attorno a Obama ma lo hanno escluso e alla fine lo hanno fatto correre all’aeroporto come un questuante.
Ma, come scrive Camlla Mozzetti, quella che si è offerta a Obama al Colosseo era una “scena surreale”, perché i romani sono “abituati a ben altro”, non certo la scena
“che si è offerta al presidente degli Stati Uniti in visita al Colosseo”
al quale
“è stato risparmiato lo spettacolo più indecoroso di Roma. […] Una scena che ha regalato l’immagine di una città quasi perfetta. Imponente l’Anfiteatro Flavio, ripulito per solo un giorno da abusivi e camion bar, è stato vestito a festa per Mr Obama.
“I centurioni, che abitualmente si fanno immortalare nelle foto con i turisti, ieri, hanno fatto vacanza.
“Come loro, anche gli abusivi che vendono quei piccoli souvenir scadenti della Capitale, occupando via dei Fori Imperiali, hanno dovuto battere altre zone della città. Lo stesso hanno fatto i coloro i quali dai camion bar, ai piedi dell’Anfiteatro Flavio, offrono quotidianamente panini a cinque euro e bottigliette di acqua minerale a tre euro”.
Ma i sogni sono inconsistenti, come scrive Camilla Mozzetti o come, più poeticamente, cantava Domenico Modugno, con l’alba finiscono tutti: in ogni caso durano poco, giusto il tempo di una visita del nuovo imperatore Obama. Augusto Caratelli, presidente del comitato di quartiere Monti, constata amaro:
“Obama ha visto tutto questo: la vera Grande bellezza della Capitale, le strade pulite, nessun abusivo, nessun centurione. Obama ha visto una città falsa. Una città che solo quando vuole riesce, per far bella figura, a combattere l’abusivismo”.
E qui prendono voce i negozianti “regolari” della zona dell’Esquilino, per i quali
“è stata l’ennesima giornata con i guadagni in caduta libera. Molti hanno deciso di restare chiusi. Ma per quelli che hanno tenuto aperte le attività commerciali è stato tutto, fuorché un giorno di festa”.
Valgono le parole di Sergio Grasselli, titolare dal 1936 di un ristorante a piazza del Colosseo:
“Una giornata in cui abbiamo lavorato poco e male”.
Aggiunge Najet Hakimi, dal suo negozio di souvenir in via San Giovanni in Laterano:
“Mr Obama non ha fatto nessun miracolo al contrario, ci hanno rinchiuso e gli affari sono crollati”.
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