ROMA – La decisione del Consiglio superiore della Magistratura di nominare Francesco Lo Voi capo della Procura della Repubblica di Palermo ha provocato la reazione di Paolo Flores d’Arcais, che, su Micromega, ha scritto:
“Di fronte al carattere ciclopicamente scandaloso della scelta fatta dall’organo che dovrebbe assicurare l’autogoverno dei magistrati (sic!) i membri togati che hanno votato in ottemperanza ai criteri che tutti solennemente proclamano, dovrebbero trovare l’elementare coraggio di dimettersi in massa, unico modo per porre di fronte all’opinione pubblica la drammaticità di una situazione che oltretutto mette irresponsabilmente ad ulteriore repentaglio la vita dei magistrati che a Palermo la mafia la combattono davvero. Perché è stato scritto infinite volte, e ripetuto in infinite commemorazioni ufficiali e solennissime, che isolare Falcone e Borsellino che la combattevano è stato per la mafia il segnale che si poteva colpirli”.
L’articolo è intitolato “In lutto per la Giustizia”. Sul sito di Micromega l’articolo di Paolo Flores d’Arcais è unito, sotto il titolo “La devastante decisione del Csm a Palermo” a quello di Marco Travaglio sul Fatto intitolato “La giustizia del gattopardo”.
Per la giustizia in Italia, sostiene Paolo Flores d’Arcais,
“questi sono giorni di lutto. ça Procura di Palermo è stata commissariata dal PUP (Partito Unico della Politica). Tutti i membri “laici” del Csm (tutti! Compreso quello votato, con evidente leggerezza, dal M5S, sugli altri di “sinistra” non stendiamo neppure un velo pietoso, ormai “sinistra” è sinonimo di inciucio e altri patti del Nazareno) al Csm hanno votato compatti per [Francesco] Lo Voi, privo dei requisiti solitamente indicati per un incarico dirigenziale del genere, allo scopo di impedire che due magistrati da anni diversamente impegnati contro la mafia, Lo Forte e Lari, potessero prevalere (quella di Lo Forte era la nomina praticamente ovvia, se il Csm applicasse i criteri sbandierati in ogni documento, cerimonia solenne, monito presidenziale)”.
Scrive Paolo Flores d’Arcais che
“i due tratti salienti della carriera del neo-procuratore Lo Voi sono il rifiuto di firmare l’appello con cui tutti magistrati antimafia chiesero, dopo le stragi di Capaci e via D’Amelio, l’allontanamento del procuratore Giammanco, indimenticabile nemico di Falcone, e la nomina a un importante incarico europeo (Eurojust) da parte del governo Berlusconi. Mentre il curriculum anti-mafia (e non solo) di Lo Forte è impressionante, e assai cospicuo anche quello di Lari: ragioni inoppugnabili per NON nominarli, da parte di un establishment che NON vuole la lotta alla mafia proprio quando di tale lotta si riempie vieppiù la bocca”.
La conclusione di Paolo Flores d’Arcais è cupa:
“Sarebbe consolante poter scrivere che comunque ci sarà un’ondata di indignazione nell’opinione pubblica, nelle grandi testate “indipendenti” che in altri momenti e per molto meno (or non è guari, non decenni fa) chiamavano a mobilitarsi in piazza, tra i colleghi dei magistrati così ingiuriosamente privati di quanto i criteri stessi proclamati dal Csm doveva loro conferire. Non accadrà nulla, probabilmente, complice anche il clima natalizio, festoso di mega-applausi per gli etici comandamenti in salsa catodica ma vilmente indigente di indignazione quando nella realtà i valori più elementari della nostra Costituzione vengono calpestati. E il sonno dell’indignazione genera mostri”.