Papa Francesco, “errore crederlo di sinistra”. Franco Bechis su Libero

ROMA – “La povertà di Bergoglio con la sinistra che non c’entra”. Franco Bechis su Libero spiega “l’errore di credere Papa Francesco di sinistra, solo perchè povero”. questo perchè secondo Bechis, “il nuovo Papa la povertà non l’ha solo predicata: l’ha vissuta. La povertà di Bergoglio non è mai stata un distintivo: una scelta di vita, la caratteristica del suo tratto umano insieme all’umiltà”.

Scrive Bechis:

Quando hanno visto che una soluzione non si trovava e che tutti i papabili della vigilia più che unire, dividevano, all’interno del conclave tutto improvvisamente è scomparso. È iniziata a serpeggiare la paura, e non c’era più alleanza, curia Nord o curia Sud che potesse reggere. Una sola voce: «ci vuole un santo ». E fra la quarta e la quinta votazione è venuto fuori Jorge Mario Bergoglio, primate uscente di Argentina. Il primo gesuita e il primo sudamericano nella storia della Chiesa a diventare Papa, scegliendo pure il nome di un santo che in tutto il mondo è simbolo dell’essenza stessa del cristianesimo e della purezza della Chiesa: Francesco. Fuori dall’Argentina lo si ricorda come avversario di Joseph Ratzinger nel conclave del 2005. Ma è un ricordo che non dice la verità: allora Carlo Maria Martini lo scelse come candidato anti-Ratzinger.

E alla terza votazione raggiunse 40 voti, rendendo incerto il risultato del conclave. All’ora di pranzo contattò uno ad uno i suoi grandi elettori e disse di non sentirsi pronto a fare il Papa, pregando tutti di scegliere proprio Ratzinger alla votazione successiva. Fu così che Bergoglio diventò il vero grande elettore di papa Benedetto XVI, come ricostruì nei dettagli per il Tg2 il vaticanista Lucio Brunelli, fra i pochissimi giornalisti italiani ad avere rapporti di amicizia con papa Francesco I (che non ha rapporti con la stampa, e fra i pochissimi solo altri giornalisti italiani, quelli che furono redattori del mensile 30 giorni, Gianni Valente in testa). Un papa santo, dunque. E da qui, dalle radici della santità di Francesco bisogna partire per capire il dolce movimento tellurico che rivolterà il Vaticano nei prossimi mesi. Non esistono dossier sul cardinale Bergoglio, e si sono sbriciolati ancora prima di comporsi quelli preparati nella sua Argentina sui rapporti con alcuni militari all’epoca della dittatura dei colonnelli.

C’era una manina dietro, ed è apparsa assai vicino a chi guida quel paese latino americano da lustri: la famiglia Kirchner. Bergoglio non le ha mai mandate a dire ai governanti del suo paese. Tanto è che sia Nestor che Cristina Kirchner hanno sempre scelto di girare alla larga dalle sue omelie anche nelle feste comandate, come Natale e Pasqua. «Politici meschini e senza cuore», ha tuonato decine di volte Bergoglio dall’altare durante quelle funzioni. E la crème dell’Argentina che conta si teneva lontana dai banchi della cattedrale di Buenos Aires quelle notti, per non essere presa a schiaffi. Era il popolo ad affollare all’inverosimile i banchi della chiesa di Bergoglio,con interminabili file sul sagrato. E lui per il popolo tuonava: «pane e lavoro sono un diritto dell’uomo», tanto da ritagliarsi la fama di prelato di sinistra. E non è così: Bergoglio non ha nulla a che vedere con la «sinistra» politica tradizionale, che in tutto il mondo predica diritti assai diversi da quelli essenziali dell’uomo, dal «pane e lavoro ». È lontanissimo da quella che viene chiamata «sinistra» nella Chiesa.

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