ROMA – Un miliardo di buco nei conti Ama, la municipalizzata che gestisce la raccolta rifiuti a Roma. Sono i mancati incassi della Tari: bollette mai emesse e mai pagate tra il 2010 e il 2015. Soldi che non potranno mai essere recuperati e che il Campidoglio dovrà ripagare di tasca propria, sottraendo fondi al proprio bilancio.
Ne parla Fabio Rossi sul quotidiano Il Messaggero:
Nei documenti contabili di Palazzo Senatorio compare una cifra inquietante: 1.319.363.865 euro. Si tratta della somma dei bollettini ancora non pagati dai romani – cittadini e aziende – tra il 2010 e il 2015, conteggiati al 13 gennaio scorso. Ora, anche volendo ridimensionare il dato del 2015, che in gran parte è dovuto dal ritardo nella contabilizzazione dei bollettini pagati a fine anno, arriviamo comunque intorno al miliardo di evasione, con una media di oltre 150 milioni annui: insomma non è stato incassato più di un quarto della tariffa complessiva (3,8 miliardi) che sarebbe stata a carico degli utenti privati in questi sei anni.
Questo senza considerare gli esenti dal pagamento dalla Tari – scuole, strutture comunali ecc. – che nello stesso periodo di tempo hanno “costretto” il Campidoglio a sobbarcarsi un contributo complessivo di 141 milioni. Il miliardo mancante potrà comunque essere recuperato, seppur in parte, grazie alle procedure di accertamento e recupero crediti che Campidoglio e Ama hanno avviato, anche in collaborazione con Equitalia, per riscuotere gli arretrati. Ma sui risultati è lecito dubitare. Basti pensare che se per il 2014 restano ancora da riscuotere 193 milioni e rotti, la cifra complessiva degli arretrati scende non di molto per gli anni precedenti – per i quali c’è stato più tempo per avviare le azioni di recupero – fino a un minimo di quasi 103 milioni ancora da incassare per il 2011. Tutto ciò mentre il commissario straordinario Francesco Paolo Tronca ha da poco autorizzato l’Azienda municipalizzata per l’ambiente a stampare i bollettini della Tari relativi al primo semestre del 2016. Su questo punto il commissario è stato chiaro: il recupero dell’evasione tariffaria è in cima alle priorità amministrative
Un aspetto molto importante della gestione dei residui è la valutazione della loro attendibilità: è infatti importante che l’ente cancelli dall’importo dei residui iscritti a bilancio per l’anno successivo quelle voci di entrata che prevede di non incassare o di recuperare solo in parte. Per questo il Campidoglio, nella manovra di previsione di quest’anno, ha accantonato 255 milioni nel fondo crediti di dubbia esigibilità: una sorta di salvagente per i conti, dove vengono scritte quelle somme che, pur inserite nel bilancio alla voce crediti, sono invece destinate a non essere mai realmente disponibili.