ROMA – Irene Pivetti si candida con Noi con Salvini per le primarie come sindaco al Comune di Roma. Ai gazebo pronti a votare per l’ex presidente della Camera, che si schiera con la Lega Nord, ci sono decine di cinesi a piazza Vittorio nel pomeriggio di sabato 27 febbraio.
Amedeo La Mattina su La Stampa racconta la svolta della Pivetti che torna con il Carroccio nel giorno delle primarie del centrodestra per scegliere il candidato sindaco al Campidoglio. Nella scheda in ordine alfabetico ci sono i nomi di Bertolaso, Marchini, Pivetti, Rampelli e Storace. E poi uno spazio bianco per scrivere un nome a scelta. Nessuno mette la croce su Bertolaso, il candidato di Berlusconi e Meloni:
“All’inizio molte croci su Marchini, qualcuna su Storace. A un certo punto arrivano alla spicciolata decine di cinesi. Alcuni non parlano nemmeno l’italiano, ma tutti presentano un documento con la residenza all’Esquilino. E all’improvviso fioccano le preferenze su Irene Pivetti, leghista della prima ora, poi allontanata da Bossi.
«Espulsa in malo modo, prego, perché mi ero schierata contro la secessione della Padania. Ora, dopo vent’anni – spiega l’ex presidente della Camera – ritorno a fare politica attiva per un progetto politico nazionale che riparte dalla strada, dalle piazze, dalla gente».
Dai cinesi, per la verità, che qui sembrano avere una strana e particolare predilezione per lei, portati da altri cinesi. Uno di questi, giovane e alla moda, parla un perfetto italiano, sembra conoscere tutti a China Town: spiega a Irene che sono 500 gli amici mobilitati per i gazebo. Sono le truppe cammellate con gli occhi a mandorla che, evidentemente, hanno un debole per il voto all’aperto. In giro per le città italiane, ogni qualvolta si apre un’urna, si svolgono le primarie, arrivano composti ed educati ad esprimere la loro preferenza. E non fanno distinzioni per la destra o per la sinistra.
A parte l’apparizione di Storace solo al tavolo della Balduina, la Pivetti invece ne ha girati molti e ha il polso della situazione: «Sta votando molta gente, una partecipazione più ampia del previsto. Bertolaso? Verrà macellato». Accanto a lei annuisce Augusto Caratelli, coordinatore romano di Noi con Salvini: «E’ assurda la scelta di Berlusconi e Meloni. Bertolaso non arriva al ballottaggio. Vogliono far vincere Renzi?». Così spaccate la coalizione? «Sono loro che non ascoltano il popolo. Noi sosterremo il candidato che emerge da questa consultazione popolare», chiarisce Caratelli, che lavora con Salvini a un movimento nazionale alla Le Pen. «A metà marzo stiamo organizzando un grande incontro con Marion, la nipote di Marine», racconta orgoglioso”.