ROMA – Da quando è scaduto il brevetto, nel 2013, il sildenafil, solo in Italia,vende il 24 per cento in più. Il nuovo boom è giustificato dal sensibile calo del prezzo. Praticamente tutti i produttori di medicinali equivalenti hanno iniziato a sintetizzare il sildenafil nei loro laboratori prima della metà del 2013, quando Pfizer ha perso l’esclusiva sulla sua molecola in Italia. Adesso in farmacia si trovano 12 alternative al Viagra che hanno il nome del principio attivo (sildenafil) e assicurano al consumatore un costo inferiore alla metà di quello del prodotto di marca: 22 euro invece di 54 per quattro pasticche da 50 milligrammi. Il risparmio è un po’ minore per chi acquista le confezioni da 100 milligrammi: 38 invece di 64 euro.
Come racconta Michele Bocci su Repubblica,
le vendite che vanno così bene hanno fatto nascere un caso nel caso. L’Agenzia italiana del farmaco ha da poco diffuso dati che rivelato come, tra le molecole che hanno perso il brevetto, i generici rappresentino appena il 30% del mercato. Gli italiani nella maggior parte dei casi preferiscono spendere qualche euro in più per avere comunque il prodotto di marca e alla fine dell’anno consegnano nelle casse delle multinazionali del “brand” la bellezza di 710 milioni di euro. Ma quando il problema è l’impotenza cambia tutto. I generici del Viagra, infatti, nel novembre scorso si erano accaparrati circa il 70% del mercato. Gli uomini vogliono risparmiare e lo sconto, piuttosto alto, funziona. Quando ci sono di mezzo i soldi anche i timori su una efficacia minore dei farmaci “no logo” rispetto a quelli con il brand, che stanno alla base delle difficoltà di vendita di molti generici, sembrano sparire.
Il sildenafil, con i suoi vent’anni sulle spalle, si piazza al sesto posto nella classifica dei principi attivi più venduti oggi in Italia nella cosiddetta fascia C, cioè con ricetta bianca del medico e a carico del paziente. Il primo è uno dei successori, il Cialis, che ha un effetto molto più duraturo e ormai ha effettuato il sorpasso sul predecessore. Ad avere la quota più ampia del mercato tra i produttori di generici, quasi il 19%, è un’azienda italiana, la Doc che per prima ha portato a 22 euro il prezzo della scatola da 4 pasticche da 50 milligrammi e con il tempo è stata raggiunta dai concorrenti che erano partiti da cifre un po’ più alte (…)
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