Sorgenia, attesa Cda: verso sì piano banche-fonti

Cda Sorgenia, oggi il via al negoziato con le banche
Sorgenia

MILANO – Riflettori puntati sul Cda di Sorgenia, convocato nel tardo pomeriggio di oggi 11 aprile, per analizzare la proposta delle banche: aumento di capitale da 400 milioni riservato con conversione dei crediti in azioni, emissione di un convertando da 200 milioni e nuova finanza per 256 milioni. Il piano sarà portato avanti utilizzando la 182 bis, procedura di ristrutturazione del debito.

Scrive Cheo Condina sul Sole 24 ore:

La cautela, in ogni caso, è d’obbligo: del resto, sono state le stesse banche a definire la proposta “un’ipotesi di lavoro” e a precisare che, in sostanza, non rappresenta nulla di vincolante per il proseguo della trattativa. Partendo da questo presupposto, il consiglio del gruppo energetico potrebbe prendere atto – alla luce della difficile situazione sul fronte della liquidità – che si tratta di una proposta interessante e che potrebbe rappresentare la base per concludere con successo il negoziato. Del resto, la rottura di cassa è stata evitata a fine marzo grazie al factoring, a interventi sul circolante e ad alcune dismissioni previste dal piano industriale: tutti provvedimenti che hanno dato ossigeno all’azienda, ma che hanno soltanto rimandato una soluzione più radicale al problema dell’indebitamento, giudicato in eccesso per 600 milioni dal nuovo piano industriale. In questo senso, l’ipotesi formulata dalle banche – che prevede un aumento di capitale da 400 milioni, un convertendo da 200 milioni (entrambi a servizio della conversione del debito) e nuova finanza per 256 milioni – rappresenta indubbiamente un’opzione da prendere in seria considerazione.

Non va trascurato, tuttavia, il fatto che c’è un altro livello della trattativa, ovvero quello che riguarda i soci, Cir (azionista di controllo di Sorgenia con il 53%) e Verbund (46%), e le banche. Da tempo, c’è una profonda distanza tra le due posizioni, visto che nel piano presentato dal gruppo energetico con uno sforzo di 100 milioni la finanziaria della famiglia De Benedetti conserverebbe il controllo, mentre nello schema degli istituti – con un identico contributo – scenderebbe al 25%. Per questo c’è chi fa osservare che l’ipotesi formulata dal sistema creditizio sembra elaborata per scoraggiare un contributo degli attuali azionisti, che pure godrebbero di un diritto di opzione sull’aumento di capitale.

In altre parole, la pronuncia del cda rappresenterebbe sicuramente un punto fondamentale per proseguire nella trattativa, anche per gli elementi della proposta che i consiglieri chiederanno di approfondire. Tuttavia, poi la palla passerà ai soci, che dovranno decidere il proprio orientamento sulla partita. Gli austriaci di Verbund, già da tempo, hanno chiarito che non intendono iniettare ulteriore liquidità nel gruppo (a dicembre la controllata italiana è stata messa in liquidazione azzerano il valore della partecipazione in Sorgenia). Cir, invece, è arrivata a dare disponibilità a immettere 100 milioni, di fatto gli unici denari freschi visto che le banche convertirebbero debito, nell’ambito di un aumento di capitale da 190 milioni con la contemporanea conversione di 400 milioni di debiti in strumenti partecipativi da parte delle banche.

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