Cuffie per la realtà virtuale: così i pazienti terminali possono “passeggiare” nel parco

Cuffie per la realtà virtuale: così i pazienti terminali possono "passeggiare" nel parco
Cuffie per la realtà virtuale: così i pazienti terminali possono “passeggiare” nel parco

LONDRA – Grazie alle cuffie per la realtà virtuale, i malati terminali di una casa di cura di Leicester hanno la possibilità di fare una rilassante passeggiata nel parco. Per la prima volta nel Regno Unito ai pazienti viene mostrato un video a 360 gradi di un locale luogo pittoresco.

John Lee, 70 anni, che ha sclerosi laterale amiotrofica (SLA), è stato il primo paziente della casa di cura Loros, a Leicester, a provare la realtà virtuale, spiega il Daily Mail. E’ stato “trasportato” nel vicino Bradgate Park e ha visto il paesaggio, le persone che si divertivano. “Sembrava che fossi lì, al punto che mentre camminavo virtualmente stavo quasi per salutare. Sono in grado di uscire ma non posso stare troppo tempo sulla sedia a rotelle, questa esperienza è davvero incredibile, sembra di essere sul posto”.

La casa di cura ha commissionato il video sul parco per aiutare quai malati terminali la cui esistenza è molto limitante; le cuffie per la realtà virtuale sono uno strumento importante che può migliorare il benessere dei pazienti e i direttori sanitari stanno cercando di espandere il progetto.

L’amministratore delegato della Loros, John Knight, ha commentato: “Per noi è un progetto emozionante, credo siamo i primi nel Paese ad aver commissionato appositamente un video di questo tipo come strumento terapeutico, utilizzando luoghi familiari”.

La tecnologia della realtà virtuale può permettere ai malati terminali di “visitare” posti che pensava non avrebbe mai più rivisto, restando seduti a letto o su una poltrona. Gli studi hanno dimostrato che il cervello accetta il mondo virtuale entro 20 secondi, dopo di che l’esperienza diventa del tutto coinvolgente. La Loros, dallo scorso anno, lavora con una società di produzione specializzata in realtà virtuale così da realizzare una raccolta di preziose esperienze di cui possano godere i pazienti. Knight sostiene che “se il progetto progredisce, speriamo che altri pazienti, non solo chi è ospitato alla Loros, possano condividere questa magica esperienza”.

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