ROMA – L’estate ed il caldo sono due fattori che favoriscono l’insorgere di emicrania, sopratutto nei soggetti predisposti: secondo uno studio pubblicato sulla rivista Neurology il rischio di mal di testa aumenta proporzionalmente alla temperatura dell’8 per cento ogni 9 gradi. La disidratazione dunque costituisce uno dei rischi più grandi per chi soffre di questa patologia, perché provoca un addensamento del sangue e la dilatazione dei vasi sanguigni, con conseguente diminuzione di apporto di ossigeno al cervello. Alcuni esperti ritengono inoltre che la perdita di elettroliti, tipica della condizione di disidratazione, possa indurre i nervi nel cervello a produrre dolore, un po’ come accade al risveglio da una sbornia.
Per comprendere quale sia il ruolo della disidratazione in coloro che soffrono di emicrania i ricercatori di uno studio pubblicato su Neurology hanno osservato due gruppi di pazienti sottoposti a due cure differenti: il primo gruppo è stato curato con dei placebo, mentre al secondo è stato chiesto di aumentare di almeno 1,5 litri la quantità di acqua bevuta in un giorno. I ricercatori hanno così notato che il gruppo “curato” con l’acqua ha manifestato 21 ore in meno di dolore e una diminuzione in intensità degli episodi emicranici. Il consiglio che dunque ne deriva dagli esperti è uno solo: una corretta idratazione allevia il mal di testa.