ROMA – Non provare emozioni o non riuscire a comunicarle. Non essere in grado di provare tristezza o paura, ma nemmeno di gioia o felicità. Una rara sindrome che si chiama alexitimia, letteralmente “non avere parole per le emozioni”. La sindrome è stata descritta per la prima volta nel 1972, ma ne esistono diversi tipi. C’è chi prova le emozioni ma non è in grado di descriverle, ma anche chi non prova nulla, come Caleb, l’uomo intervistato dalla Bbc, che non ha avuto emozioni nemmeno nel giorno della nascita di suo figlio.
Emanuela Di Pasqua sul Corriere della Sera scrive che in un primo momento, quando la sindrome fu descritta, si pensava che il problema fosse legato alla sola linguistica:
“Il concetto base era: queste persone provano le stesse emozioni di chiunque altro, ma non riescono a trasformarle in parole. Si ipotizzava che il disturbo venisse provocato dall’interruzione delle comunicazioni tra i due emisferi cerebrali. Questo blocco impediva di trasferire i segnali provenienti dalle aree del cervello deputate all’elaborazione emotiva (predominanti nell’emisfero destro) con quelle che gestiscono il linguaggio, nell’emisfero sinistro. A riprova di questa teoria venne osservato che i pazienti ai quali veniva curata chirurgicamente l’epilessia (con la resezione fisica dei collegamenti tra i due emisferi) nonostante la diminuzione degli attacchi, mostravano una marcata incapacità di descrivere i propri sentimenti”.
Dopo anni di studi ora i ricercatori hanno stabilito che esistono diversi tipi di alexitimia:
“L’alexitimia appare collegata a molte altre malattie come la schizofrenia, i disordini alimentari e soprattutto l’autismo. Caleb è esente da queste patologie e, oltre ad autodefinirsi “un disconnesso consapevole”, sottolinea che «più sono forti le emozioni che dovrei provare e più andrebbero a influenzare il mio pensiero. In realtà rimango sempre molto lucido e analitico». L’uomo ha descritto anche quello che ritiene essere un piccolo vantaggio della sua condizione, sostenendo di avere un approccio facile con le procedure mediche poiché non avverte paura, tristezza o ansia, già sapendo che non avrà nessuna memoria emotiva associata a ciò a cui si sottopone. Purtroppo questo vale anche per tutte quelle situazioni positive delle quali ognuno di noi vorrebbe conservare imperitura memoria.
Cortocircuito cerebrale
Tra chi soffre di alexitimia sono molto diffusi i disturbi somatici, come il dolore cronico e il colon irritabile. Questa particolare incidenza deriverebbe da una sorta di cortocircuito cerebrale. In buona sostanza, riuscire a percepire consapevolmente le emozioni favorisce una diminuzione della sensazione fisica a essa collegata. Per esempio in una persona che prova rabbia o paura l’averne chiara comprensione andrebbe a rallentare il battito cardiaco o a diminuire la produzione di adrenalina. Ma senza questo procedimento di presa di coscienza dei propri sentimenti, nulla allevierà le sensazioni fisiche che anzi si amplificheranno. Recenti studi hanno per esempio dimostrato che chi soffre di alexitimia ha spesso una percezione eccessiva delle sensazioni corporee”.
Se le emozioni non ci sono, le sensazioni fisiche restano, come accade anche a Caleb:
“Le sensazioni fisiche dominano la vita di Caleb poiché, sebbene non avverta sentimenti come la malinconia o la tristezza dovuta alla lontananza dalla sua famiglia, quando non è con la moglie e il figlio prova fisicamente una sorta di pressione e di stress. Caleb si è rivolto a un terapista cognitivo-comportamentale con lo scopo di imparare ad analizzare le proprie sensazioni fisiche e ad associarle alle emozioni provate dalle altre persone. Parlando della sua vita coniugale, l’uomo sottolinea la grande comprensione ricevuta costantemente dalla moglie che lui ritiene di contraccambiare con una stabilità che un marito emozionalmente normodotato non le potrebbe offrire. «E’ difficile da credere, ma è possibile che una persona non possieda le emozioni e l’immaginazione che sono una parte fondamentale di ciò che ci rende umani – ha dichiarato Caleb alla BBC – senza essere un arido o uno psicopatico»”.