Siberia, trovati resti di un mammut in Yakuzia: sarà possibile clonarlo?

ROMA – Clonare i mammut dai resti trovati in Siberia. L’ambizioso proposito arriva da Semion Grigoriev, capo della spedizione Yana 2012 che ha trovato presunti resti dell’animale preistorico estinto nella Yakuzia. La speranza alla North-East Federal University è quella di estrarre cellule intatte per realizzare il proprio “Jurassik Park”. Ma lo stesso Grigoriev frena gli animi, spiegando che la speranza c’è ma trovare una cellula intatta e dare il via alla clonazione rimane comunque un’operazione “improbabile”.

I mammut si estinsero tra i 10mila ed i 4mila anni fa, ma il ritrovamento di resti di pelo ed ossa dell’animale potrebbero aver conservato cellule intatte nei freddi climi della Siberia.  Grigoriev ha spiegato che per la clonazione è necessaria “una cellula vivente per dare avvio alla moltiplicazione di migliaia di cellule”.

L’entusiasmo non manca nel team, che rimane però obiettivo nel proposito annunciato: “Crediamo che la bassa temperatura del nostro paese abbia conservato alcune cellule vive ma questo è davvero improbabile”, ha spiegato lo stesso Grigoriev.

Questa non è la prima volta che si annuncia la possibilità di clonare un mammut. Lo scorso marzo lo scienziato coreano Hwang Woo-Suk affermò di voler riportare in vita un mammut dai resti di un cucciolo di tale animale ritrovato in Siberia nel 2011, impiantando un ovulo fecondato con il corredo genetico della specie estinta in una femmina di elefante africano.

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