ROMA – Il riscaldamento globale sta rallentando nonostante l‘aumento delle emissioni di anidride carbonica. Il “merito” è de “El Nino“, il fenomeno climatico ciclico tipico dell’oceano Pacifico in grado di influenzare il cambiamento di temperature e precipitazioni. A svelarlo è una ricerca dell‘Istituto di Oceanografia di San Diego, in California, condotta dai climatologi Yu Kosaka e Shang-Ping Xie e pubblicata sulla rivista Nature.
I climatologi hanno scoperto che l’abbassamento della temperatura dell’Oceano Pacifico ha “raffreddato” l’atmosfera, causando il rallentamento. Ma per chi pensa che questo cambi le sorti del clima mondiale la notizia non è buona: il fenomeno è solo temporaneo e l’aumento di emissioni di anidride carbonica comporterà comunque il surriscaldamento dell’atmosfera.
EL NINO – El Nino, anche detto Oscillazione Meridionale, è un fenomeno climatico ciclico che si verifica nell’Oceano Pacifico. La ciclicità del fenomeno varia tra i 3 e i 7 anni, dunque in media ogni 5 anni El Nino si abbatte nel pacifico e nei mesi tra dicembre e gennaio provoca inondazioni, siccità e perturbazioni anche molto violente.
La potenza del fenomeno deriva dalla stretta connessione tra le correnti marine e quelle atmosferiche: quando scorre la corrente oceanica fredda, cioè La Nina, l’atmosfera si riscalda, e viceversa se la corrente è calda o El Nino le temperature dell’aria si raffreddano. Le cause del fenomeno non sono ancora note, ma secondo la ricerca proprio questa stretta connessione avrebbe rallentato il global warming, o riscaldamento globale.
LA RICERCA – I due climatologi dell’Istituto Oceanografico californiano hanno studiato precedenti modelli dell’alternanza di correnti fredde, dette La Nina, e calde, dette El Nino, ed hanno scoperto che già tra il 1980 e il 1990 uno studio del National Center for Atmospheric Research, in Colorado, aveva evidenziato come il riscaldamento globale era aumentato in corrispondenza di una corrente oceanica fredda.
Kosaka ha spiegato all’Indipendent: “La nostra ricerca afferma che il riscaldamento globale è solo in pausa. Non sappiamo prevedere quando le temperature torneranno a salire, ma è certo che tra qualche decennio riprenderanno la loro corsa, anche a causa delle emissioni di gas inquinanti”.
Anche Richard Allan, meteorologo dell’università di Reading, ritiene che si tratti solo di una pausa: “Questa è un’ulteriore prova che il riscaldamento globale è stato frenato dalle fluttuazioni naturali dell’oceano. I risultati spiegano anche anche alcuni fenomeni, come l’estrema siccità nella zona meridionale degli Stati Uniti. Purtroppo però si tratta di uno stop solo temporaneo”.
ADDIO GLOBAL WARMING? – Per quanti alla notizia di una pausa sono pronti ad esultare, il consiglio anche degli scienziati è di placare gli animi. Il riscaldamento globale, cioè l’aumento delle temperature dell’atmosfera causato da eventi naturali, si somma al surriscaldamento globale, cioè l’aumento di temperature dovuto all’emissione di gas inquinanti e serra da parte dell’uomo.
Il risultato è che se anche El Nino riuscirà a dare una “boccata d’aria fresca” ad un pianeta in cui le temperature continuano a salire, gli effetti del riscaldamento globale sono già ampiamente stati pagati dal Polo Nord, con i ghiacci artici che si sciolgono con il 2012 che ha segnato il triste record e la prospettiva che entro il 2020 l’Artico potrebbe non esistere più. El Nino con il raffreddamento ha permesso nel 2013 di rallentare anche lo scioglimento dei ghiacci artici, ma quando questo riprenderà a pieno regime e le acque sommergeranno isole e città come New York, le conseguenze, non solo climatiche, del riscaldamento globale saranno impossibili da evitare e da negare.
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