ROMA – Un’eruzione come quella di Pompei, che arriva all’improvviso e travolge tutto? Si potrà evitare, grazie all’ultima scoperta degli scienziati: le eruzioni vulcaniche possono essere previste anche con decenni di anticipo. L’analisi delle rocce di Santorini, in Grecia, suggerisce che le eruzioni sono precedute da un rapido formarsi di magma sotto il suolo, cosa che può essere riscontrata con le tecnologie moderne.
I vulcanologi spiegano che i più grandi vulcani nascono da massicce eruzioni di lava, che lasciano poi una grande “caldera”, ossia la grande depressione circolare che si forma dopo l’eruzione. Alcuni di questi vulcani possono “dormire” per centinaia o migliaia di anni. Salvo poi svegliarsi all’improvviso con eruzioni massicce. Ebbene, fino a ieri questi fenomeni potevano essere previsti con pochi mesi di anticipo. Ora secondo gli scienziati la previsione può essere anticipata anche fino a 10 anni. “Quando i vulcani di svegliano e il magma inizia a salire verso la superficie mandano dei segnali”, spiega il professor Tim Druitt dell’università francese Blaise Pascal. I segnali possono essere il cambiamento della superficie, l’emissione di gas.
“La questione che stiamo affrontando qui è quello che succede in profondità prima di queste grandi eruzioni. La visione classica è che durante i periodi di riposo (lunghi migliaia di anni), il magma si accumula lentamente a pochi chilometri sotto il vulcano e infine esplode. L’isola greca di Santorini è in realtà costituita dai resti di una massiccia eruzione vulcanica. Quello che abbiamo scoperto è che c’è una fase di accelerazione di accumulo di magma su una scala temporale di qualche decennio, ed è sorprendentemente breve dato le migliaia di anni di riposo che hanno preceduto quella eruzione.”