ROMA – Un meteorite trovato in Antartide e datato almeno 4,6 miliardi di anni è stato ribattezzato la “Pietra delle origini“. Il meteorite contiene una pietra rarissima e potrebbe svelare la nascita del Sistema solare, dato che si sarebbe formato tra la Terra e Giove in un ambiente ad oggi sconosciuto agli scienziati.
A raccontare la storia della “Pietra delle origini” è Giovanni Caprara del Corriere della Sera, che riporta la scoperta del team guidato da Kelly Miller del Lunar and Planetary Laboratory dell’Università dell’Arizona :
“Kelly studiava un frammento di una meteorite raccolta in Antartide, ma di un tipo molto raro nota come «condrite R». La R deriva dall’iniziale del luogo in un venne trovato il primo esemplare della famiglia, a Rumuruti, in Kenya. La formazione di questo tipo sembra sia avvenuta nello spazio tra la Terra e Giove.
Nella meteorite esaminata sono stati trovati condruli solfurici, cioè minerali ricchi di zolfo. Ciò significa che il luogo dove ha preso forma era appunto ricco di zolfo e «fornendo la prova di un tipo di ambiente prima sconosciuto nel nostro Sistema solare». Un ambiente simile ricco di polveri e gas doveva essere presente circa 11 milioni di anni dopo la nascita del Sistema solare avvenuta 4,6 miliardi di anni fa, quando ancora era soltanto una sorta di disco dove la materia cominciava a coagularsi per dar vita poi ai pianeti”.
Le condriti, spiega ancora Caprara, rappresentano proprio i “primi pezzi dei futuri corpi planetari come la Terra o Marte”:
“La meteorite studiata, che fa parte della collezione antartica americana creata dalla National Science Foundation, dalla Nasa e dalla Smithsonian Institution, era parte di un grande asteroide caduto sulla Terra. Ma la cosa importante – fa notare Miller – è che, a differenza di altri pezzi, non ha affrontato alcun riscaldamento. Ciò significa, di conseguenza, che non ha subito alterazioni presentando quindi materiali originali. Da qui il suo particolare valore consentendo di tracciare un aspetto non conosciuto delle remote epoche”.
(Credit Photo: Lunar and Planetary Laboratory/Kerry Miller)