Paolo Nespoli, intervista al Giornale: “Da astronauta dico: gli alieni esistono”

Paolo Nespoli
Paolo Nespoli

ROMA – “Da astronauta dico: gli alieni esistono”: parola di Paolo Nespoli, uno dei sei italiani che sono riusciti a volare nello spazio. L’intervista è del Giornale:

Ci dica, ci dica, allora.
«Da qualche parte nell’Univer­so una qualche forma di vita ci deve pur essere. Provi a racco­gliere un mucchietto di sabbia dalla spiaggia e si metta a conta­re i granellini. Ecco: per appros­simarsi al numero dei pianeti dell’Universo si dovrebbero contare tutti i granelli di sabbia di tutte le spiagge del mondo. È mai possibile, a questo punto, che in questa enormità non ci si­ano forme di vita come la no­stra? Io sono convinto di sì».
Già, ma come è possibile sco­prirle?
«Il problema è rappresentato dalle distanze. La stella più vici­na al nostro sistema solare si chiama Proxima Centauri e di­sta dalla Terra 4,2 anni luce».
Quanto ci si impiegherebbe per raggiungerla?
«Con le navicelle di oggi 162.000 anni per l’andata e al­trettanti per il ritorno. Ecco per­ché si parla di distanze astrono­miche. Se degli extra-terrestri in questo momento si affaccias­sero sulla nostra galassia, ve­drebbe il posto in cui ci trovia­mo 23.000 anni fa, quanto ci mette la luce a raggiungere il bordo della galassia. E questa è una distanza astronomica mini­ma, un cucchiaio d’acqua nel­l’oceano ».
Quindi?
«Una volta risolto, e non so quando, il problema delle di­stanze, si arriverà forse a trova­re nuove forme di vita».
Da Et passiamo alla fede: da lassù ci si sente più vicini a Dio? Ci ha mai pensato?
«Andare nello Spazio amplifica o giustifica le varie credenze. Ma lo Spazio normalmente non ci dá una risposta. Dicia­mo, piuttosto, che si consolida­no le convinzioni di ognuno».
Ha visto il film Gravity ?
«Un film molto bello dal pun­to di vista tecnico, lasciamo pe­rò perdere la trama».
Una trama drammatica, vi­sto che George Clooney alla fine si perde nello Spazio. E lei, in orbita, ha mai avuto pa­ura?
«Guardi, ho avuto più paura du­rante gli addestramenti».
Perché?
«Il terrore di non farcela, di non riuscire a coronare il mio so­gno. E questo nonostante alla partenza dello Shuttle si è sotto­posti a una spinta incredibile. Sembra di trovarsi dentro una bomba atomica».
La Terra vista dall’alto?
«Ci si trova a 400 chilometri d’al­tezza e si gira a 28.000 chilome­tri orari. In una giornata si vivo­no 16 albe e 16 tramonti. E hai so­lo qualche secondo per scattare una foto, per esempio, all’Ita­lia ».
Uno spettacolo, presumo.
«Già, ma anche la sensazione di grande fragilità della Terra: una palla in equilibrio precario su uno spillo. Basta guardare lo strato dell’atmosfera: sembra una nebbiolina pronta a dissol­versi. E poivediquello che l’uo­mo è riuscito a combinare: fuo­chi, cave, disboscamenti, fiumi dal corso deviato, isole artificia­li. Ma anche lo smog, soprattut­to sopra le megalopoli. Si è volu­to costringere la natura ad adat­tarsi a noi. Che sbaglio…».
Chi porterebbe a vedere tut­to questo?
«Sono contento che lo Spazio si aprirà ai turisti. E renderei quasi obbligatorio ai governanti par­tecipare a un viaggio in orbita. Sarebbero molto più oculati nel­le loro decisioni».
E l’Italia?
«È bellissima. Si trova a 45 gradi di latitudine.Se fosse un po’ più sotto sarebbe nel deserto, un po’ più sopra un Paese nordico. La posizione – circondata dal mare- e le condizioni atmosferi­che- è protetta dalle Alpi- spie­gano il suo retaggio storico im­portante. Ma c’è un particola­re: è il Paese più illuminato d’Europa, anche perché la sua densità di popolazione supera quella della Francia e della Ger­mania. Se un extra-terrestre la notasse, riterrebbe si tratti di un Paese ricchissimo. Tutte quelle luci farebbero pensare a immense risorse energetiche, dal petrolio alle centrali nuclea­ri. Invece, non è così. Disperdia­mo energia senza renderci con­to che sprechiamo risorse che non abbiamo, che costano e che riscaldano il pianeta».

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