ROMA – I rapimenti alieni? Sono solo dei sogni “lucidi” o allucinazioni. Niente luci accecanti, omini verdi e strani esperimenti. Gli incontri ravvicinati che affliggono centinaia di migliaia di americani, se non milioni, altro non sarebbero che una suggestiva allucinazione.
Gli psicologi lo pensavano già da tempo, ma a svelarlo ora sono testimonianze che risalgono agli ani Sessanta. La colpa di queste allucinazioni, che potrebbero essere definite quasi collettive, sarebbe dei racconti di fantascienza che iniziarono a circolare nel 1946, quando dopo la guerra le potenze mondiali e le fantasie degli scrittori rivolsero con attenzione lo sguardo al cielo.
Il potere della suggestione sembra dunque essere molto forte. Il primo racconto di “incontri ravvicinati” risale al 1946, quando nella vignetta “Planet Cosmic” apparve il rapimento di una seducente donna terrestre da parte di alieni provenienti da Saturno, Nel 1954 una vignetta inglese pubblicata sul The Daily Express riprese il tema del rapimento raccontando nei dettagli la presunta esperienza di un pilota della Royal Air Force.
E così nel 1954 arriva il primo “incontro del terzo tipo”. Due ragazzi in Venezuela dichiarano di aver incontrato degli alieni, ma di essere riusciti a scappare. Un articolo pubblicato su un giornale che racconta la vicenda dei ragazzi incuriosisce l’esperto di Ufo argentino Luis Gonzalez, che scoprirà come la storia narrata dai due ragazzi sia la stessa di un racconto pubblicato tre anni prima e che i giovani avevano letto.
La storia dei rapimenti è appena iniziata, ma la “prova” che altro non si tratti se non di allucinazioni secondo lo psicologo brasiliano Olavo Fontes arriva già nel 1957, quando la stampa si lascia suggestionare dalla storia del contadino Antonio Villas Boas, di 23 anni, che racconta allo scrittore brasiliano Joao Martins di essere stato rapito nei campi. La storia raccontata dal giovane contadino però presenta incongruenze: la navicella aliena troppo somiglia alla sonda Sputnik-1 che appare nelle cronache ed il giovane sarebbe salito a bordo da una scala di corda.
Per lo psicologo Fontes e per lo scrittore Martins il giovane contadino avrebbe inventato la storia. Il ragazzo infatti non era un semplice contadino, ma uno studente di legge che amava disegnare modelli della nave spaziale che l’avrebbe rapito e studiato. Non è stato mai chiaro se il ragazzo avesse volontariamente inventato la storia in un eccesso di audacia e creatività, oppure se
Esperimenti condotti negli anni da gruppi di psicologi ha insegnato la tecnica di sogno lucido a volontari. In questo modo è stato possibile insegnare alle persone suggestionate dai racconti quanto fosse o meno reale l’esperienza provata. Gli incontri ravvicinati del terzo tipo dunque altro non sarebbero che delle allucinazioni talmente reali da diventare vere nelle coscienze. Un sogno che diventa esperienza, che si concretizza in sensazioni fisiche mai avvenute.
Insomma i rapimenti alieni altro non sarebbero che suggestive allucinazioni. Il frutto di una fantasia che rende impossibile scindere il sottile confine con la realtà. E che dovrebbe ricordare all’uomo quanto sia necessario comprendere i complicati meccanismi dell’enigmatica mente umana e forse cercare un “incontro ravvicinato” con sé stessi, prima di aspirare con sguardo sognate al cielo ad incontri del “terzo tipo”.
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