Una storia con otto principesse protagoniste: ma non si tratta di una favola, bensì di una vicenda di pesante sfruttamento che vede sul banco degli imputati la famiglia dell’emiro Al Nayhan di Abu Dhabi, accusata dalla giustizia belga di sequestro di persona nei confronti di 23 domestiche.
Ma i reati contestati sono anche quelli di trattamento inumano e degradante, traffico di esseri umani e impiego di manodopera irregolare.
Teatro dei misfatti della principesca famiglia degli Emirati Arabi è l’Hotel Conrad, uno dei più lussuosi alberghi di Bruxelles, dove molti capi di Stato e di governo prendono alloggio quando sono in missione nella capitale europea.
Hotel in cui nel 2008 l’emiro aveva per parecchi mesi affittato un intero piano. E le indagini partono proprio nel luglio 2008, in seguito ad alcune denunce che portarono ad un raid della polizia nelle stanze dell’elegante albergo.
Oggi il giudice ha chiesto il rinvio a giudizio dell’emiro – nel frattempo morto – della moglie sessantanovenne e delle otto figlie: tutti accusati di aver approfittato delle 23 domestiche appartenenti a ben otto nazionalità (Filippine, Marocco, Indonesia, Eritrea, Cina, Tunisia, Francia e Belgio).
Le donne – secondo quanto si legge sulla stampa belga – sarebbero state costrette a comportamenti altamente degradanti e soggette a diversi e ripetuti maltrattamenti, in alcuni casi ricattate per il loro status di immigrate clandestine senza regolare permesso di soggiorno.
Difficile, comunque, che si arrivi a celebrare un processo, visto che le otto principesse e la loro madre non si vedono più in Belgio proprio dal 2008, quando lasciarono il Paese dopo essere state ascoltate dagli inquirenti.
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