LOS ANGELES – E’ statisticamente probabile morire il giorno del proprio compleanno e così il giorno di festa diventa un dramma, come è successo a William Shakespeare e a Ingrid Bergman. Adesso questa ironia della sorte o mal de vivre è stata ribattezzata come la sindrome del “birthday blues”. L’ansia delle ricorrenze, insomma, può ucciderci. Gli scienziati lo chiamano “stress da anniversario” ed è quel filo sottile che lega il giorno in cui siamo nati a quello invece del nostro ultimo compleanno.
Il dottor Vladeta Ajdacic-Gross, ricercatore in Psichiatria all’Università di Zurigo, ha fatto una ricerca su due milioni e mezzo di persone.
Analizzando i dati di mortalità in Svizzera a partire dal 1969 fino al 2008, è venuto fuori che c’è una stretta correlazione tra data in cui veniamo al mondo e data in cui gli diciamo addio.
Ajdacic-Gross ha raccolto tutti i risultati in un paper dal titolo evocativo: “Death has a preference for birthdays—an analysis of death time series”, ovvero La morte preferisce i compleanni. Il lavoro è stato pubblicato il 4 giugno negli Annals of Epidemiology: il 13.8% dei morti di infarto, cancro, suicidio o incidenti (più gli uomini che le donne) se n’è andato nel giorno in cui ha spento l’ultima candelina, con una precisazione: la percentuale sale fino al 18% per gli over 60.
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