L’Italia di Bob Kennedy, noto semplicemente come “Bobby l’americano”. L’ultimo tra i Kennedy, figlio di Robert Kennedy Jr, a sua volta terzogenito del senatore Robert Fitzgerald Kennedy assassinato nel 1968 a Los Angeles, ha studiato per un periodo a Bologna perché «Roma e Firenze sono abituate al turismo: rischi di parlare sempre inglese, mi disse un amico. Così scelsi Bologna».
Il ragazzo ha voluto fare una esperienza di vita da studente universitario “normale” che lo ha portato anche a fare il cameriere senza particolare successo. In città, non rivelava mai il suo vero nome: «Quando non serve evito il cognome, se no poi la gente non è più naturale con me».
Ora, ha deciso di fare un film per raccontare la sua esperienza. Il film si intitola “Ameriqua” ed inizierà ad essere girato tra dicembre o gennaio, con un cast di attori non professionisti; la produzione è italiana. Il film sarà in inglese maccheronico e italiano sottotitolato, ed è pieno di «storie vere di ragazzi come me. Il mio sogno è quello di vivere con un piede in Italia e l’altro in America. Dopo la laurea sono tornato a vivere tra Bologna e Lecce. Così ho pensato al film. E ho scritto la sceneggiatura».
«Ameriqua» racconta un viaggio d’iniziazione di un americano a spasso per l’Italia: a Bologna verranno girate l’80% delle scene. Si tratta di «Un mix fra realtà e fantasia, in cui racconto di feste nell’università occupata, cosa che negli Stati Uniti non si vede da decenni, o di cene pasta e tonno nelle case sovraffollate dove ho vissuto». Un Italia on the road in cui Bobby l’americano è il protagonista insieme a Lele Gabellone, ex studente salentino «che è stato il mio coinquilino e ora è il mio migliore amico».
Bobby, 25 anni a settembre, non ha mai conosciuto i suoi parenti più illustri, ma parla della sua famiglia come di una grande «tribù». La sua famiglia è infatti nota per essere una vera e propria dinastia legata al Partito democratico: a Bobby piace ricordare la “profezia” che sua nonna le ha raccontato con cui il senatore Kennedy immaginò un «afroamericano alla guida della Casa Bianca fra quarant’anni», o quando sempre la nonna ad una cena presentò agli invitati un Barack Obama quasi sconosciuto come il futuro presidente.