L’Italia scende ancora nella classifica di Transparency International (Ti) sulla percezione della corruzione nella Pubblica amministrazione. Nel nuovo ranking, quello del 2010, il nostro Paese è al 67/mo posto a livello mondiale con 3,9 punto.
L’Italia è addirittura dietro al Ruanda (66/mo posto, 4 punti) e solo un gradino sopra la Georgia (68/mo posto, 3,8 punti).°
Rispetto al 2009, quando era al 63/mo posto con 4,3 punti, l’Italia perde così quattro posizioni. In testa alla graduatoria, presentata martedì 26 ottobre a Berlino, ci sono – a pari merito – Danimarca, Nuova Zelanda e Singapore, tutte con 9,3 punti, Danimarca, Nuova Zelanda e Singapore, tutte con 9,3 punti, seguite da Finlandia e Svezia (9,2 punti ciascuna) e dal Canada (8,9 punti).
L’indice di Ti misura la “percezione della corruzione” che manager, imprenditori, uomini d’affari e analisti politici si fanno di un determinato Paese soprattutto sulla base di notizie dei media. La Somalia, con 1,1 punti, è in coda alla classifica di 178 paesi esaminati, preceduta da Afghanistan e Myammar (1,4 punti).
Il punteggio dell’Italia ”non sorprende più di tanto – ha commentato in un comunicato la sezione italiana di Transparency International -, in considerazione di dodici mesi passati caratterizzati dal riemergere di fatti corruttivi, o sospettati tali, a vari livelli di governo (locale, regionale, nazionale) e che ha visto coinvolti sia funzionari che esponenti politici di ogni schieramento”.