ROMA – Ore e ore davanti al pc, ogni giorno. Tempo speso a navigare sui siti porno. Un fenomeno che, negli ultimi anni, sta diventando anche femminile. I dati arrivano soprattutto dalla Gran Bretagna dove il fenomeno della pornodipendenza delle donne è da qualche tempo oggetto di studio e di assistenza per chi (poche) ha forza e voglia di chiedere aiuto.
Non si tratta, in molti casi infatti, di una fruizione occasionale e moderata, ma di una dipendenza a tutti gli effetti. E le storie, sul web, non mancano: si va dalla manager che ha perso il lavoro proprio perché pizzicata a navigare tra orgie e superdotati sul pc aziendale, fino a ragazze spinte alla pornodipendenza da una semplice curiosità diventata ossessione.
La pornodipendenza, spiega Jason Dean, creatore del sito “Quit porn addiction”, ha un target stratificato anche tra le donne. In media, però, la dipendenza dall’hard colpisce signore con un elevato livello di istruzione. “Da quando ho aperto il sito – spiega Dean – la maggioranza dei casi è sempre stata maschile. Tutt’al più, i primi tempi le donne chiamavano per i compagni, nel tentativo di aiutarli. Ora ci arrivano tante richieste al femminile e la soglia d’età si è abbassata. Teenager e ventenni, studentesse o lavoratrici, sono in aumento”.
In Italia, il tema, per ora è ancora proprio trattato. Per un aiuto c’è il sito internet pornodipendenza.it (forse non per caso con l’homepage completamente priva di immagini), non specificamente dedicato alle donne ma teso a fornire strumenti di analisi e assistenza a tutte le potenziali “vittime” del fenomeno. E sul forum del sito le confessioni non mancano. Si va dalla diciottenne che racconta le sue masturbazioni quotidiane fino a chi si “vergogna” e vorrebbe smettere.