E’ la famiglia, la brava famiglia italiana, la fabbrica del bimbo obeso. La linea di montaggio della “ciccia del pupo” si accende al mattino: poca colazione e tanta merendina in tasca per l’asilo e la scuola. Prosegue a pranzo, omettendo frutta e verdura. Trionfa al pomeriggio e sera, somministrando televisione. Sono oltre 1 milione e centomila i bambini italiani tra i 6 e gli 11 anni con problemi di obesità e soprappeso. Più di uno bambino su tre.
Tutti i Paesi occidentali registrano una crescita esponenziale del fenomeno dell’obesità e del sovrappeso nell’infanzia. Secondo l’«International Obesity Task Force» i piccoli in età scolare obesi o sovrappeso nel mondo sono 155 milioni, ovvero uno su dieci. Di questi, il 2-3% dei ragazzi in età compresa tra i 5 e i 17 anni è classificato “obeso” (circa 30-45 milioni). Nel vecchio continente il problema è sempre più diffuso: sono 400 mila i casi di bambini in sovrappeso registrati ogni anno; oltre 85 mila gli obesi. La diffusione dell’obesità giovanile nei paesi europei è di 10 volte maggiore rispetto agli anni Settanta.
L’Italia, nonostante sia la patria della dieta mediterranea, è ai primi posti nel mondo per il peso in eccesso dei suoi pargoli: su 100 bambini che frequentano la terza elementare quasi 24 sono in sovrappeso (23,6%) e oltre 12 obesi (12,3%).
L’allarme è ormai diffuso: i bambini di oggi, con gravi colpe dei genitori, sono in generale oversize. Secondo un rapporto stilato da Claudio Maffeis, pediatra dell’università degli studi di Verona, per conto del “Barilla Center for Food & Nutrition” la causa principale è da rintracciare nella «grande diffusione fra i più piccoli di abitudini alimentari che non favoriscono una crescita armonica». L’11% dei bambini, infatti, rinuncia alla colazione e il 28% la fa ma in maniera non adeguata. Altissimo, poi, il numero di chi spezza la mattinata con una merendina troppo abbondante (100 calorie): circa l’82%. Una volta fuori da scuola, solo un bambino su 10 pratica attività fisica in modo adeguato alla sua età. Uno su quattro non ha svolto alcun tipo di esercizio fisico il giorno prima dell’indagine.
A casa è la televisione ad avere il sopravvento: almeno la metà ne possiede una in camera propria. In molti casi i genitori sembrano non accorgersi del problema: secondo Renata Lorini, pediatra dell’università di Genova: «quattro mamme su dieci di bimbi in sovrappeso non ritengono che il proprio figlio abbia un peso eccessivo rispetto all’altezza».
La European association for the study of diabetes (Easd) e la Federazione diabete giovanile riconoscono la prevenzione e il trattamento dell’obesità come «il più importante problema di salute pubblica in tutto il mondo». Oltre alla rilevanza sanitaria, infatti, l’obesità e il sovrappeso infantile generano costi sanitari e farmaceutici significativi per l’intera società.