Cara Chiesa, stavolta non ti credo: è la risposta che un’opinione pubblica fortemente cattolica come quella italiana, opinione che si forma in un paese in un cui Stato e informazione sono molto ossequiosi verso la Chiesa, fornisce se chiamata a giudicare del caso pedofilia. Risposta che non imputa alla Chiesa e al clero una propensione alla pedofilia, ma che non si accontenta, anzi diffida del come la Chiesa reagisce ai casi di pedofilia tra le sue fila e nelle sue mura. Lo “scandalo” pedofilia sembra lasciare un segno nella fiducia dei fedeli ma non solo.
Un dato su tutti dovrebbe preoccupare gli ambienti cattolici. Secondo un sondaggio pubblicato sulla Stampa, più della metà degli italiani, il 62%, non approverebbe l’operato della Chiesa e del Papa in particolare. Solo il 29 % del campione si dichiara invece favorevole. Se poi si vanno ad analizzare i motivi, emerge un ulteriore fonte di preoccupazione: il 35% ritiene che la Chiesa “stia cercando di insabbiare i casi e/o i colpevoli”. mentre il 17% le critica di non essere stata abbastanza “severa” con chi, al suo interno, si è macchiato della grave colpa. C’è poi chi ritiene che “nascondersi dietro al vittimismo” (il 6%) non sia la soluzione. Infine, il 4%, critica la Chiesa perchè colpevole di “non aver chiesto scusa alle vittime”. Anche senza sapere come nei dettagli la Chiesa abbia per decenni preferito che lo “scandalo” non esplodesse, la somma dei dubbi dell’opinione pubblica italiana fa 62 per cento e passa.
Di dubbi ce ne sono tanti. Anche tra chi mantiene un giudizio favorevole sull’operato di Benedetto XVI e del Vaticano (il 29%). Per il 13% degli interpellati, la Chiesa “sta facendo tutto il possibile” (13%) e ha “operato con discrezione” (6%). Ma la percentuale tende a scendere vertiginosamente tra chi pensa che la Chiesa abbia “ricercato con fermezza la verità” (5%).
E mentre prosegue la polemica della comunità ebraica contro le parole del cardinale Angelo Sodano, secondo cui Benedetto XVI sta subendo lo stesso ingiusto trattamento di Pio XII (il Papa dei tempi dell’Olocausto), nel mondo, si moltiplicano i casi di denunciata pedofilia che rischiano di gettare nuove ombre sulla gestione vaticana. L’ultima notizia di abusi da parte di una alta autorità cattolica dalla Norvegia, terra finora rimasta lontana da questo genere di scandali.
Dall’estremo sud del Cile post-terremoto il segretario di Stato vaticano, Tarcisio Bertone, serra le fila intorno a Ratzinger. È «un dolore molto grande» quello del Papa per i casi di pedofilia nel clero, ma la Chiesa cattolica «ha la forza interiore» per portare avanti la propria missione per «un mondo e un’umanità nuovi». Una difesa chiara ed esplicita.
A sostegno del Pontefice scende in campo anche Famiglia Cristiana che sintetizza: «Il Papa agisce lo Stato no». «Quale Stato si è mai preoccupato seriamente dell’abuso sessuale dei minori come fenomeno sociale di estrema importanza?» si chiede il settimanale, riassumendo tutte le iniziative della Chiesa di Benedetto XVI «per scovare, denunciare e assumere pubblicamente il problema, portandolo alla luce e perseguendolo esplicitamente». E se questo non bastasse a scagionare il Papa da ogni colpa, c’è chi in Vaticano ha pensato, se non a un vero e proprio complotto, di certo ad una compiaciuta ostilità verso la Chiesa.
La Chiesa cattolica per anni ha provato a contenere il problema dei preti pedofili ma l’ha fatto non lasciando trapelare l’emergere del fenomeno. Fino a pochi anni fa i casi non venivano denunciati alla giustizia civile, ma il tribunale era solo interno al Vaticano, questa era la prassi. Oggi alti vertici della Chiesa, come l’arcivescovo di Friburgo e quello di Westminster sono stati costretti a venire allo scoperto. Ad ammettere per la prima volta le proprie responsabilità. La “tolleranza zero” manifestata oggi da Ratzinger è un fatto, ma un fatto recente, come indirettamente ammettono gli stessi vescovi e cardinali quando ricordano e rivendicano: nessuno come Benedetto XVI ha mai fatto tanto contro la pedofilia, appunto.
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