Servirà forse poco sotto un profilo giuridico, per via della mancanza in Italia di una legge sui Pacs, ma molto sul piano politico e anche personale, basta vedere le polemiche che suscita e la soddisfazione delle persone che ne hanno fatto richiesta, come le due donne che stamani lo hanno ritirato all’Anagrafe, Debora Galbiati Ventrella e Antonella D’Annibale.
E’ il nuovo ”Attestato di convivenza basato su vincoli affettivi”, disposto dal Comune di Torino dopo che nei giorni scorsi il consiglio comunale aveva approvato la proposta d’iniziativa popolare che lo istituisce.
La loro unione era già finita sui giornali il 27 febbraio scorso, quando le due donne celebrarono il loro ”matrimonio” in un locale della movida torinese, la Rotonda del Valentino, alla presenza del sindaco Sergio Chiamparino, che così aveva manifestato pubblicamente il proprio parere positivo nei confronti della possibilità di certificare le unioni civili pur in mancanza di una legge nazionale.
”Questo è un momento che manda un messaggio forte di felicità e di sofferenza – aveva detto quel giorno Chiamparino – di felicità perché è evidente che vi amate tanto, di sofferenza perché non vi è possibile riconoscere pienamente questo vostro amore. E questo non è sopportabile”.
”Mi auguro – aveva aggiunto – che questo vostro atto serva a mandare un messaggio semplice ma forte allo spirito libero del Parlamento. Credo sia arrivato il tempo, anche in Italia, per creare un istituto, accanto al matrimonio, che possa unire liberamente persone dello stesso sesso permettendo loro la possibilità di darsi reciproche obbligazioni in vita”.
Una presenza, quella del sindaco alla cerimonia, che aveva suscitato polemiche, a cominciare dalla curia secondo la quale si trattava di un gesto destinato a creare ”confusione”.
Contattato oggi, secondo giorno di consegna del nuovo Attestato (ieri il primo è andato a una coppia che sta insieme dal 1975, composta da Silvano Olivo e Caterina Cantarale, entrambi di 73 anni), il sindaco Chiamparino non ha voluto aggiungere altro se non ribadire il suo parere positivo nei confronti dell’ Attestato, ”un primo passo in una materia complessa sulla quale il Parlamento dovrà legiferare”.
”Su questa vicenda la penso come il giorno in cui ho partecipato alla cerimonia di Debora e Antonella” ha detto oggi. Dal canto loro, le due donne non nascondono la loro gioia: ”da anni siamo sullo stesso stato di famiglia e il certificato che abbiamo ritirato oggi ha lo stesso numero di quell’atto – hanno detto – c’è per noi una ‘continuità’ tra il nostro matrimonio simbolico di febbraio e il certificato ritirato oggi, che comunque non è un punto di arrivo ma una una tappa della nostra battaglia perché ci sia un riconoscimento sul piano nazionale delle unioni come la nostra”.
Intanto fioccano le polemiche. Agostino Ghiglia, vice coordinatore regionale Pdl, per esempio, ha parlato di una ”farsa” che ”ridicolizza i sentimenti dei torinesi”. Un pensiero ”sciovinista”, secondo il medico radicale Silvio Viale, che ha ufficialmente chiesto al Pdl di discostarsi da quelle parole.
In una nota del Pdl si denuncia poi il fatto che in questo modo si possono dare attestati che aprono le porte ad alcuni servizi della città a troppa gente, che magari neppure convive realmente, mentre Giorgio Merlo, parlamentare Pd, considera il nuovo provvedimento non un attacco alla famiglia naturale, come sostiene l’opposizione, bensì un ”invito affinché il Parlamento affronti la questione delle unioni civili con una legge apposita”.