Usa, crisi. Per l’ultimo addio è boom delle cremazioni, funerali troppo cari

Pubblicato il 25 Gennaio 2013 - 11:51| Aggiornato il 6 Maggio 2022 OLTRE 6 MESI FA

NEW YORK, STATI UNITI – In America la crisi economica sta cambiando anche i rituali dell’addio alle spoglie terrene ed e’ boom delle cremazioni. La ricca industria funeraria sta registrando un’impennata senza precedenti dei servizi crematori. Il business del ‘caro estinto’ impiega almeno 130.000 americani con un fatturato di piu’ di 17 miliardi di dollari l’anno ed il segmento in crescita esponenziale e’ solo uno: quello appunto dell’incenerimento dei resti.

Dati appena resi noti rivelano che nel 2011 il 42% dei funerali sono stati incentrati sulle cremazioni: un aumento di piu’ del doppio rispetto alle richieste di cremazioni del 1996. In alcune aree all’Ovest dell’Unione oramai le cremazioni sono il rito piu’ comune: in Nevada rappresentano il 74% dei funerali, nello stato di Washington il 72%.

Gli esperti ritengono che il cambiamento dipenda da una serie di fattori combinati: una trasformazione nell’approccio religioso e spirituale alla vita e quindi alla morte, l’allentamento della condanna della Chiesa alla cremazione e la crisi economica. A fronte dei circa 6-7.000 dollari di un funerale con bara e sepoltura regolare, un servizio funebre con cremazione infatti si aggira solo tra i 1.000 ed i 1.600 dollari di media.

I resti inceneriti vengono quindi conservati o sparsi a seconda delle religioni dei familiari dell’estinto: sempre piu’ diffuse le abitudini a mantenere le urne in casa, magari sulle mensole dei caminetti, di spargerle nell’oceano, nel deserto o in qualsiasi altro luogo designato in vita dalla persona deceduta.