Usa. I vescovi cattolici rifiutano compromesso di Obama su controllo nascite

Pubblicato il 8 Febbraio 2013 - 10:51| Aggiornato il 10 Giugno 2022 OLTRE 6 MESI FA

WASHINGTON, STATI UNITI – E’ scontro frontale tra il presidente Barack Obama e le gerarchie cattoliche americane circa il controverso tema della copertura medica del controllo delle nascite. I vescovi americani bocciano senza mezzi termini il compromesso avanzato la settimana scorsa da parte della Casa Bianca.

”L’anno scorso – ha detto il presidente della Conferenza Episcopale Usa, Card. Tim Dolan – abbiamo avuto l’assicurazione che non ci sarebbe stato nessun prezzo da pagare per i metodi anticoncezionali. Stiamo ancora aspettando che quell’impegno venga onorato e che l’amministrazione trovi una soluzione accettabile”.

Insomma, alla Chiesa americana non e’ bastato quello che secondo molti osservatori era sembrato un passo indietro da parte di Barack Obama che appena la settimana scorsa, dopo oltre un anno di muro contro muro, aveva proposto la possibilita’ alle associazioni no-profit religiose di offrire polizze che non coprano le spese per la contraccezione. Secondo quel modello, sarebbe toccato a una terza organizzazione fornire questo tipo di assistenza.

Da mesi i gruppi religiosi hanno contestato la Casa Bianca, anche a colpi di denunce legali, oltre 40, sostenendo che le regole sull’obbligo di ‘copertura’ medica dei metodi anticoncezionali coartava le loro convinzioni di fede. Nella proposta, ora rifiutata in modo netto, il ministero della Salute aveva cercato di trovare un punto di equilibrio tra la salvaguardia gratuita della salute delle donne e la tutela della sensibilita’ di chi, per motivi religiosi, si oppone alla copertura gratuita degli anticoncezionali.

”Vogliamo assicurare che il controllo delle nascite non gravi sulle tasche delle donne, ma anche rispettare le preoccupazioni dei gruppi religiosi”, disse il ministro Kathleen Sebelius il primo novembre. Quel giorno pero’, anche il progressista New York Times fece notare che la proposta aveva aspetti piuttosto ambigui.

Se da un lato ammetteva che non ci sarebbe stato l’obbligo di pagare per la contraccezione, dall’altro prevedeva che questa copertura venga data da ”polizze individuali senza che vi sia un’ulteriore spesa per le donne”. Le assicurazioni si sarebbero dovute accollare l’aumento dei costi iniziali, per poi recuperarli nel lungo periodo grazie al previsto ”miglioramento della salute della donna e a una minore natalita”’. Tutte ipotesi, pero’ che rimarranno sulla carta, tenuto conto del fermo no che viene dai vescovi.(ANSA).