Non bastano il successo ritrovato contro l’Udinese e la conferma del secondo posto, ma a soli tre punti dal Milan, a regalare un sorriso al tecnico della Lazio, Edy Reja, e a far passare alla squadra biancoceleste un Natale sereno.
Il cambio Zarate-Kozak (scelta fischiata da tutto l’Olimpico), il rifiuto iniziale dell’uruguaiano Gonzalez ad entrare nei secondi finali, le insofferenze, prima di Matuzalem, e ultimamente di Ledesma (che si era lamentato per aver giocato solo 8′ con la Juve, anche se oggi ha spiegato che era stata solo una battuta): il tecnico goriziano si ritrova a fare i conti con qualche muso lungo di troppo, e in conferenza stampa sbotta, ”se no vi sto bene, parlate con Lotito e io me ne torno a casa”, e attacca tifosi, giocatori e giornalisti.
”L’allenatore sono io, e le scelte le faccio io – ha spiegato con un pizzico di livore – Qui di fenomeni non ce ne sono, o si capisce (giocatori e tifosi) che si devono accettare i cambi e le scelte per il bene comune oppure se spuntano le insofferenze, si rischia di far crollare tutto. Cosi’ come e’ accaduto lo scorso anno prima del mio arrivo. Queste sono situazioni che vanno condannate, e la societa’ deve intervenire. Qualche cambio bisogna farlo, anche perche’ di fenomeni non ce ne sono”.
Poi dopo una parentesi sulla prestazione contro l’Udinese, ”la sorte ci ha ridato quello che ci avevo tolto a Torino perche’ e’ vero che oggi si poteva anche perdere”, Reja riparte in quinta e se la prende anche con la stampa. ”Voi alimentate le polemiche – ha aggiunto rivolgendosi ai giornalisti – . Quando faccio la formazione, non si fa altro che puntualizzare chi sta fuori. Oggi e’ stato fastidioso sentire uno stadio che ti fischia per contestare un cambio, non e’ accettabile. Non e’ una bocciatura per Zarate, faccio le mie scelte con responsabilita’. Contestare i cambi e’ lecito, ma queste sono piazze difficili, che a volte creano disagio. E’ gusto apprezzare Zarate, ma mi serviva forza fisica e l’argentino non mi dava intensita’. Se non vi sta bene, parlate con Lotito, e io me ne torno a casa mia, in Friuli. Siete abituati male, cosi’ non si costruisce niente. Ci sono gia’ scontenti nella squadra, qualcuno che non vuole entrare, cosi’ non va”. Intanto pero’ la Lazio puo’ esultare per aver accorciato a soli tre punti dal Milan.
”E’ una vittoria importante, soprattutto dopo il ko Torino – ha concluso – Abbiamo fatto fin qui un campionato straordinario, al di la di ogni aspettativa. Forse ci manca un punto, ma va bene cosi”’. Sulla sponda friulana l’umore non puo’ essere dei migliori, soprattutto perche’ gli uomini di Guidolin hanno sciupato una quantita’ incredibile di occasioni da gol, una su tutte, un contropiede nel finale con Zapata. ”Complimenti all’Udinese – ha confessato Guidolin – non meritavamo di perdere, anche il pari ci stava stretto. E’ un boccone amaro che andra’ giu’ solo con il tempo. Abbiamo sbagliato troppe occasioni, alcune davvero clamorose, e non e’ la prima volta. L’Udinese deve diventare piu’ matura e cinica, perche’ il gioco che esprime e’ importante”. Errori sotto porta e ingenuita’ difensive che rischiano di impedire alla squadra di Giudolin traguardi ambiziosi. ”Se avessimo buttato meno occasioni saremmo piu’ avanti – ha aggiunto – Ma non e’ vero che non abbiamo un obiettivo: non facciamo proclami perche’, nel recente passato, i troppi complimenti ricevuti ci hanno fatto male. Purtroppo commettiamo troppe ingenuita’ e la serie A non perdona. Molti giocatori sono alla prima esperienza, altri giovanissimi. Ci puo’ stare”. Ma le polemiche non sono mancate nemmeno nello spogliatoio friulano. Il gesto di fair play di Di Natale, che ha calciato la palla fuori nei secondi finali per permettere i soccorsi a Kozak, ha provocato l’ira di diversi compagni di squadra e soprattutto di Handanovic. ”E’ stato un grande gesto di fair play – ha concluso Guidolin – Ma ormai mi sembra di essere uno dei pochi allenatori che mantiene questo impegno, indicando ai ragazzi i comportamenti da seguire. Tanto non abbiamo perso per quello. Toto’ ha fatto bene, l’ho applaudito anche io.