NAPOLI – “Mancini fr…”, Maurizio Sarri rischia 4 mesi di stop. Di liti e paroloni la storia del calcio ne è piena, soprattutto in campo, tra i calciatori. Ma questo scontro tra l’allenatore dell’Inter Roberto Mancini e quello del Napoli Maurizio Sarri passerà alla storia. Un finale mai visto. Ma andiamo per ordine, L’interista Ljajic mette il sigillo alla gara con il colpo del raddoppio, i due tecnici si affrontano faccia a faccia. “Mi ha dato del gay, si deve vergognare. Uno come lui – racconta Roberto Mancini, tecnico nerazzurro – non dovrebbe più entrare in uno stadio, almeno in Inghilterra sarebbe così. C’era il quarto uomo, ha ascoltato tutto, ma non ha fatto niente: Sarri è un razzista, fa male sentire certe frasi da un collega di sessant’anni…”.
Mancini ovviamente è una furia, ai microfoni della Rai appare persino scosso: l’Inter non fa parlare nessuno dei suoi giocatori, meglio uscire di scena in silenzio. E, Sarri? Il grande accusato conferma, di fatto, le offese, il suo momento di follia. “Sono cose che capitano nel calcio. A me – racconta l’allenatore del Napoli – i vecchi hanno sempre insegnato che queste cose finiscono in campo. Sarà stata colpa dell’adrenalina, non so: gli avrei potuto dare del democristiano, gli ho detto la prima cosa che pensavo…“.
Cosa accadrà adesso? Il tecnico del Napoli rischia una lunga squalifica, almeno quattro mesi: molto dipenderà dal referto arbitrale che finirà sul tavolo del giudice sportivo Tosel. Ma, va detto, Maurizio Sarri è già stato protagonista in passato di episodi di omofobia. Quando allenava l’Empoli in seguito all’espulsione di un suo giocatore, Mario Rui, si presentò davanti ai microfoni dicendo: “Il calcio è diventato uno sport per froci. Abbiamo subito il doppio dei falli ma i gialli li abbiamo presi tutti noi. Il calcio è uno sport di contatto e non Italia si fischia molto più che in Inghilterra con interpretazioni da omosessuali”.
Paolo Brusorio su La Stampa racconta di una favola arrivata già al capolinea:
E allora benvenuto definitivamente al club anche a Maurizio Sarri. Quello dell’insulto greve. Se ne sentiva il bisogno in un Paese in cui si può parlare di «quattro lesbiche che giocano al calcio», ci mancava un uomo di 57 anni (peraltro recidivo) che dà del frocio a un suo collega. Ci siamo (tutti, noi compresi) per mesi incuriositi davanti a una persona che sembrava aver rotto con lo schema dell’allenatore marziano, del professionista della parola. Il toscano sopra le righe, che sacramenta ogni due per tre, ma che è capace anche di incartare i soloni del pallone con una semplicità più che rara da trovare al mercato del pallone. Ma con Mancini è uscito dai binari, quello che era semplice è diventato pesante; quello che era naturale si è trasformato in volgare.
Nonostante le scuse, è senza scusanti Sarri. Non lo sono le tensioni della partita, non possono esserlo. L’insulto omofobo malcelato da insulto e basta, è la strada senza ritorno della volgarità. Abbiamo crocifisso Tavecchio per «Opti Pobà», messo alla gogna per le «calciatrici che sono handicappate», e ora per Sarri sarà dura ripulirsi la fedina verbale. Il calcio italiano inciampa un’altra volta, non che negli altri campionati siano dei santi, ma noi abbiamo una straordinaria capacità di farci del male da soli. Consideravamo l’allenatore del Napoli, tra qualche luogo comune e tante qualità, una ventata di aria fresca sul nostro campionato. Non è così. Bravo sul campo, basico e lucido nei ragionamenti: fino a una notte di gennaio quando la favola di Maurizio Sarri è arrivata la capolinea. Meglio tornare al 4-3-3.
Il video con le dichiarazioni rilasciate da Roberto Mancini alla Rai al termine di Napoli-Inter. Il tecnico dell’Inter accusa Maurizio Sarri di essere razzista e di averlo chiamato frocio.
Il video con la replica di Maurizio Sarri a Roberto Mancini. Sempre dai microfoni della Rai.
La lite tra Roberto Mancini e Maurizio Sarri nei minuti finali di Napoli-Inter. Episodio che ha portato all’espulsione di entrambi gli allenatori.