BUSTO ARSIZIO (VARESE) – Hanno trascorso la serata guardando in televisione la partita di Champions League Inter-Bayern Monaco, davanti a una pizza e a una bibita. Sul muro di cinta dello stadio hanno appeso uno striscione, ”Speroni occupato”, e hanno portato brandine e coperte per trascorrere la notte al caldo
I calciatori della Pro Patria, da luglio senza stipendio per alcuni problemi societari, hanno occupato ieri sera lo stadio di Busto Arsizio (Varese), al termine dell’ultimo allenamento. Assieme ad alcuni tifosi i ”tigrotti”, che giocano nella seconda divisione di Lega Pro, dormiranno negli spogliatoi, dove hanno appeso il cartello ”vendesi”.
”Ho ricevuto nei giorni scorsi l’avviso di sfratto dall’appartamento dove vivo assieme a un compagno, nonostante nel contratto che ho firmato fosse compreso vitto e alloggio”, ha spiegato Alberto Artuso, vicentino, ex del Chievo e dell’Alto Adige. ”Alcuni di noi sono stati ospitati dai tifosi che hanno messo a disposizione dei posti letto – ha continuato – ma non possiamo andare avanti cosi”’. La societa’ alcune settimane fa e’ passata di mano, dalla famiglia Tesoro a Massimo Pattoni.
Ma, nonostante l’arrivo del nuovo patron, i giocatori continuano a scendere in campo senza stipendio. I tifosi, che domani sera si riuniranno allo stadio per una grigliata, ogni settimana fanno una colletta per pagare ai giocatori le trasferte. Hanno acquistato la carta igienica, il sapone per lavare gli spogliatoi. E’ il triste capitolo della storia di una delle squadre più antiche d’Italia, nata nel 1919, che nel dopoguerra macinava successi e competeva con le grandi.
”I supporter non si meritano una societa’ del genere – ha spiegato l’allenatore, Raffaele Novelli – noi continuiamo a giocare solo per loro e per la città, chiediamo solo quello che ci spetta. Non abbiamo un preparatore atletico e un team manager, non ci pagano le visite mediche, ma nonostante questo siamo secondi in classifica”. E’ il difensore Dario Polverini, a Busto Arsizio da tre anni dopo aver militato nelle giovanili della Roma, nel Prato e nell’Andria, a spiegare perché i giocatori non vogliono mollare. ”Dobbiamo difendere 91 anni di storia – ha detto – stiamo facendo un ottimo campionato, siamo circondati da una tifoseria stupenda. Se abbandonassi tutto avrei un grosso rimorso, che mi porterei dietro per tutta la carriera”.