ROMA – Mario Adinolfi contro il Festival di Sanremo: “Basta con la gaystapo“. Il cattolicissimo Adinolfi, leader del Popolo della famiglia e direttore del quotidiano La Croce, in una intervento a Radio Cusano Campus ha preso di mira uno degli ospiti dell’edizione di quest’anno, Tiziano Ferro, gay dichiarato, e quella che secondo lui è una posizione pro-gay del Festival, dove l’anno scorso non sono mancati artisti che hanno indossato nastrini con i colori dell’arcobaleno in favore della legge Cirinnà sulle unioni civili.
“L’anno scorso c’era la parata obbligatoria col nastrino arcobaleno, ha detto Adinolfi a Radio Cusano Campus. Il costo di Sanremo è di 16 milioni di euro, presi dai soldi delle famiglie italiane, per pagare Tiziano Ferro e Ricky Martin. Io il figlio dell’utero in affitto che si compra Tiziano Ferro non lo voglio pagare con il mio canone. Avrà un cachet che sarà di 250-300.000 euro, esattamente il costo di un utero in affitto in California. Il figlio a Tiziano Ferro così lo paga anche Adinolfi e tante altre famiglie italiane. E ne avrei fatto volentieri a meno”.
Il giornalista, che ha avuto due figlie da due mogli, si rivolge poi al conduttore e direttore artistico del Festival, Carlo Conti:
“Ricordo a Carlo Conti e alla Rai che non solo la pratica dell’utero in affitto è illegale, ma anche la pubblicità alle cause dell’utero in affitto è passibile di due anni di carcere e un milione di euro di multa. Vorrei un momento di confronto su questi argomenti con il conduttore di Sanremo”.
Per questo motivo Adinolfi chiede
“alla Rai, a Monica Maggioni e a Carlo Conti un momento di trasparenza. Perché i festival di Carlo Conti sono stati i festival di Concita Wurst, di Elton John, Ricky Martin e Tiziano Ferro? Perché Sanremo deve diventare una bandiera dell’ideologia gender? Ormai bisogna pagare la tassa alla nuova gaystapo, è obbligatorio, bisogna pagargli una tassa, c’è una operazione di regime e di violenza verso chi la pensa diversamente”.