ROMA – Canone Rai abbassato a 100 euro (da 113 euro) ma inserito nella bolletta elettrica: l’annuncio di Matteo Renzi nel programma “In mezz’ora” su Rai Tre dovrebbe cambiare il modo di riscuotere la tassa per il servizio tv dal 2016 ma è bene usare il condizionale come ha fatto lo stesso premier.
Il principio guida non sarà più il mero possesso di un televisore: il canone, una delle tasse più odiate e più evase, sarà più basso ma lo dovranno pagare tutti. La misura non è piaciuta alle associazioni dei consumatori (“e chi non possiede l’apparecchio tv?”), agli elettrici (“il consumatore no sa più cosa sta pagando”), in prospettiva anche a Mediaset che paventa l’inevitabile rafforzamento finanziario del concorrente.
Una norma che azzererebbe l’evasione, porterebbe molto soldi alla Rai e la rafforzerebbe finanziariamente nella concorrenza a Mediaset. Senza una cosa così, l’opposizione di Forza Italia nell’iter della riforma in Parlamento si prevede meno hard e più brevi i tempi di approvazione del tutto. (Mario Ajello, Il Messaggero).
Concorrenza Rai con Mediaset, ma soprattutto con Sky che negli ultimi anni ha surrogato pezzi importanti di servizio pubblico. Lo sport, innanzi tutto. Ma, come ricorda Michele Anzaldi della Commissione di Vigilanza, renziano di ferro, anche nell’informazione: Prendiamo l’esempio delle primarie. Si è sempre deciso da parte di tutti di andare a giocare a Sky e non nella tv di Stato”.
L’Istituto Bruno Leoni sintetizza tutte le perplessità sulle modalità. “Il canone Rai in bolletta è un mostro giuridico. Agganciarla al servizio elettrico, la renderebbe un’imposta nascosta all’interno di una tariffa – dunque di una forma di prestazione patrimoniale diversa – che è il corrispettivo di un servizio che con la programmazione della Rai non c’entra nulla. Ciò renderebbe più difficile per il contribuente capire quale sia la somma pagata a titolo di canone Rai e quale pagata per il consumo di elettricità.
Sappiamo che lo Statuto del contribuente è come se non ci fosse, ma il principio di trasparenza, che in quella legge dello Stato viene invocato, dovrebbe valere a prescindere dal fatto che i governi ne abbiano sempre fatto carta straccia. Inoltre – prosegue l’Istituto -, l’occultamento del canone e la difficoltà conseguente nell’isolarlo rispetto al resto della bolletta renderebbe definitiva la presunzione di possesso dell’apparecchio ricevente: tutti quelli che hanno la luce pagheranno il canone. Una platea diversa e più vasta di quanto hanno una tv. Spetterà al contribuente dimostrare il contrario, sempre che si rammenti che nel pagare la corrente elettrica finanzia anche la Rai”