ROMA – I telegiornali, in Italia, vengono visti sempre di più e quasi esclusivamente da persone di “fascia anta”. Non è un refuso: non ci riferiamo al reddito ma all’età. La Vidierre, società italiana che si occupa dal 1993 del monitoraggio dei media catalogando apparizioni e dati di ascolto, ha effettuato una ricerca, su dati Auditel, nella fascia serale delle principali emittenti nell’ultimo anno: l’età media dei tg di tutte le emittenti è di oltre 50 anni. Un pubblico che va invecchiando: dal 2003 ad oggi siamo passati infatti da una media di 48 anni a una di 50, e i telespettatori hanno una velocità di invecchiamento superiore a quella tendenziale della popolazione complessiva. Anche le polemiche che si vanno avvicendando sulla par condicio nei tg dovrebbe dunque forse tenere conto della piccola fetta di popolazione a cui ormai i telegiornali si riferiscono.
Il Tg1 e il Tg3 sembrano attrarre i più “anziani”: l’età media dei telespettatori è di 59 anni. Il Tg2 di Mario Orfeo è invece quello, in Rai, che punta al pubblico mediamente più giovane: 51 anni. Un po’ più giovani gli affezionati dei tg Mediaset. Il record è quello di Studio Aperto delle 18.30, con età media di riferimento sui 46 anni, ma anche il Tg5 delle 20 si difende, età media 50 anni, mentre il Tg4 di Emilio Fede porta la media annua sui 57 anni. In linea il risultato del Tg La7, con un’età media di riferimento di 55 anni.
Se i genitori guardano i tg in tv, figli e nipoti preferiscono internet. E in particolare vanno a caccia di social detwork e poi di serie, sit-com e film in streaming. Un fenomeno che non avviene solo in Italia. Secondo una ricerca di Nielsen il 60% dei navigatori americani segue tutte le settimane show e fiction originali per il web. Il livello di interazione con queste serie è 2,5 volte più intenso che non con i consueti talk e telefilm. Se il pubblico che guarda la tv è over 50, l’età media di chi segue invece i programmi sul web nel 65% dei casi è compresa tra i 18 e i 34 anni. Una cifra che pesa per il 73% se l’analisi viene ristretta a chi guarda YouTube e addirittura il 90% dei casi per chi segue i programmi di NextNewNetworks come Hungry Nation, Fast Lane Daily e Indymogul.
Già nel giugno del 2010, inoltre, tra i più giovani il mezzo di comunicazione più diffuso è diventato internet che ha così sorpassato la tv, con un consumo medio in Europa che è passato da 8,9 ore a 14,2 ore a settimana.