SIENA – La “vera” spada nella roccia si trova in Toscana, più precisamente nell’eremo di Chiusdino in provincia di Siena. Non si tratta però della spada di Re Artù, che detiene il “primato” per la leggenda, ma della spada di San Galgano a cui è dedicato l’eremo in cui si può ancora oggi trovare la spada conficcata nella roccia, dice la leggenda sul santo, per portare una croce nel luogo.
Giulia Mattioli sul sito Turismo.it scrive che la spada nella roccia è un mito che deriva dalle leggende legate a Re Artù e ai Cavalieri della Tavola Rotonda, ma che solo in Italia possiamo vantare di avere una “vera” spada nella roccia, quella di San Galgano:
“La ‘spada nella roccia’ è tutta italiana quindi, ed è visibile presso la Rotonda di Montesiepi, cappella dalla pianta circolare costruita a pochi passi dall’Abbazia di San Galgano – splendido esempio di architettura cistercense oggi completamente scoperchiata ma ancora di indubbia bellezza. Il complesso, fu fatto erigere a memoria di Galgano Guidotti, cavaliere divenuto Santo che qui si ritirò in eremitaggio, rinunciando alla vita mondana e soprattutto alla guerra. E’ proprio la spada a simboleggiare la sua abdicazione, e, leggenda vuole, egli la conficcò a testimonianza della rinunzia, ritirandosi a vivere in piccolo romitorio, che venne ampliato nel XIV secolo, e successivamente nel XVII.
Seguendo il percorso indicatogli dall’Arcangelo Gabriele durante due visioni che misero Galgano sulla via della santità, egli giunse a Montesiepi, dove gli apparve Dio e incontrò dodici apostoli: egli conficcò la spada in una roccia perché mancava una croce in quel posto, e non c’era nemmeno legname. Tuttavia durante un suo pellegrinaggio dei monaci invidiosi ruppero la spada che non riuscivano ad estrarre dalla roccia, ma Galgano, una volta tornato, riuscì a riattaccare l’impugnatura per intercessione divina.
Le leggende non si limitano alla vita del santo: la forma cilindrica della cappella, la volta emisferica internamente decorata con ipnotici cerchi concentrici, gli ‘errori’ in alcune opere d’arte (c’è un affresco con una Madonna a tre mani), la particolare simbologia, le suggestioni che si legano alla saga dei templari, la camera vuota che sorgerebbe alla base della cappella e conterrebbe diversi segreti, forse addirittura il Sacro Graal, le due mani mummificate nell’attigua cappella Lorenzetti, e ovviamente la seducente spada infilata nella roccia – che esami metallografici datano al XII secolo – avvolgono l’eremo di mistero e suggestione”.