ROMA – Antonio Ingroia apre al Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo chiude. Nel nome dei “sette motivi per non votare Rivoluzione Civile” e della rabbia di Lidia Undiemi, attivista delusa dal magistrato palermitano.
L’ex pm aveva parlato lunedì della possibilità di Grillo ministro. Il leader 5 Stelle ha risposto picche. Lo ha fatto con un video: ”La rabbia, il dolore e il pianto di Lidia Undiemi contro Antonio Ingroia”.
Lidia Undiemi è un’attivista dell’associazione Agende Rosse, che ha lavorato (è lei stessa a dirlo) per la campagna elettorale di Ingroia. Nel video dice di essere stata esclusa dalle liste di Rivoluzione Civile e attacca l’ex pm.
Il post in home page del sito di Grillo è firmato da Piero Ricca (noto per aver gridato “buffone” a Berlusconi). “Ho guardato le liste, studiato un po’ l’operazione e devo dire che ‘Rivoluzione civile’ non mi convince”, è l’incipit dell’articolo di Ricca.
“La stima per il magistrato Ingroia è fuori discussione, come pure il fatto che molti punti del suo manifesto sono condivisibili”, scrive per poi aggiungere i “sette motivi” che non lo spingono a votare Rivoluzione Civile:
”1. Il leaderismo;
2. L’ambiguità magistratura-politica;
3. Il maquillage dietro il nome di Ingroia;
4. L’unione artificiale fra diversi: comunisti di varia scuola con ex fascisti, garantisti terzomondisti con manettari e sbirri;
5. Il rapporto con il Pd;
6. Il criterio di selezione dei candidati;
7. L’ispiratore dell’operazione Luigi De Magistris, che ha piazzato qualche suo uomo in pole per la Camera”.
Grillo non parla in prima persona ma l’aver selezionato ed ospitato un video ed un articolo molto critici nei confronti di Ingroia lascia ben intendere il suo pensiero su Rivoluzione Civile, tra l’altro più volte espresso. L’aver postato oggi questi due contributo appare una chiara risposta alla apertura di ieri da parte di Ingroia. Anche se non l’ha mai detto, appare difficile che Grillo possa trovare un’intesa con la formazione che ha dato asilo a Giovanni Favia, un ‘ex’ del M5S.
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