Polemiche per il servizio di Canale 5, su un “pedinamento” del giudice Mesiano, quello della sentenza da 750 milioni

Una polemica in cui è stata coinvolta l’Associzione magistrati e sarà certamente chiamato a decidere anche il Csm è stata provocata da un servizio di Canale 5, dedicato al giudice Raimondo Mesiano, del Tribunale civile di Milano, che ha firmato la sentenza con cui Fininvest è stata condannata a risarcire alla Cir 750 milioni di euro, per l’estromissione dal controllo della Mondadori.

Il magistrato, accusato da Silvio Berlusconi i  di una aberrante «enormità giuridica», è seguit passo passo dalle telecamere di Canale 5 mentre passeggia tranquillamente per Milano.

Il giudice fuma, va dal barbiere, attraversa un incrocio, si siede su una panchina. Tutte azioni etichettate come «stravaganti». La giornalista afferma anche che il magistrato «ci ha abituato ai suoi comportamenti stravaganti». Nel servizio di Canale 5 si fa riferimento anche all’abbigliamento del giudice: camicia, pantalone azzurro, mocassino bianco e calzini turchesi, «di quelli che sicuramente in tribunale non si possono sfoggiare». Effettivamente nel filmano  Mesiano non sembra per niente intenzionato ad andare a lavoro.

In studio, il servizio è commentato dal vicedirettore del Giornale, Alessandro Sallusti, secondo il quale quella del giudice non è solo una «stravaganza fisica», perché è accompagnata da un’eccentricità professionale. Infatti, secondo Sallusti, Mesiano è titolare di una causa tra vicini di casa per un tubo rotto in un appartamento, «continua a rinviare di anno in anno, fissando la prossima udienza nel 2011».

Molti hanno avuto l’impressione di avere trovato un riscontro fra «le cose belle» che Berlusconi aveva annunciato nei giorni scorsi di sapere nei confronti di Raimondo Mesiano, anche se le “rivelazioni” del servizio di Canale 5 non sembrano essere di particolare clamorosa rilevanza.

Tanto è bastato, comunque, perché l’Associazione nazionale magistrati definisse il servizio di Canale 5  “una vergona, un’intollerabile intromissione nella privacy di una persona”. “Siamo esterrefatti e indignati”, hanno detto il presidente e il segretario del sindacato di categoria dei magistrati italiani, Luca Palamara e Giuseppe Cascini.

Ha rincarato la dose Roberto Natale, presidente della Fnsi, il sindacato dei giornalisti: il servizio su Raimondo Mesiano “rassomiglia molto ad un pestaggio mediatico, del quale peraltro l’onorevole Berlusconi aveva già dato il preavviso nei giorni scorsi. Ci sembra un tema ben più rilevante che non le minacce di ritorsione sul canone Rai al solito segnate dal suo clamoroso conflitto di interessi”.

Mauro Crippa, direttore generale News di Mediaset, ha replicato con un comunicato: “Non accettiamo bacchettate da chi negli ultimi mesi ha reso sistematica prassi giornalistica lo spionaggio a senso unico dal buco della serratura”.

Per Crippa è “troppo comodo prendersela oggi” con il servizio di Canale 5, che mostra a passeggio per strada un magistrato che obiettivamente ha acquisito notorietà nazionale ed internazionale, quando l’informazione giornalistica è dominata da curiosità assai più morbose”. 

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