MILANO – “Votate uniti“. Questo il messagio di Romano Prodi, ex premier, che torna sul palco per la grande manifestazione in Piazza Duomo a Milano. Dalla Lombardia si cambia l’Italia. Parte così la volata finale per le elezioni politiche del 24 e 25 febbraio.
Un ritorno in scena di Prodi, scomparso da 4 anni dai comizi, “perché ne vale la pena”: “Sono venuto qui per ribadire l’importanza della sfida per l’Italia e per la Lombardia e per farvi l’invito a votare uniti. E poi torno al mio lavoro”, ha detto il Professore.
Prodi non ha rinunciato all’ironia. Riferendosi a Pier Luigi Bersani ha detto che quando il segretario del Pd parla non sempre tutti lo capiscono: ”I miei amici africani – ha raccontato – mi chiedono perché ce l’abbia tanto con i giaguari da smacchiare. Io me la cavo rispondendo che ce l’ha anche con i tacchini”.
A Bersani il Professore ha riconosciuto di aver fatto ”bene ad essere serio in questa campagna elettorale” e lo ha invitato ad essere ”duro con quei servitori dello Stato che sono diventati servitori di se stessi”. Un invito a un futuro premier che ha riguardato anche i rapporti con l’Europa che non deve essere ”quella del bilancio europeo che frena la crescita”.
Il Professore tenta poi di esorcizzare gli spetti del passato: “Questa squadra a differenza del passato resterà unita, perché ha imparato la lezione, e perché è fatta di uomini diversi”. E l’unione che Prodi decanta trova uno spazio, in futuro, anche per il sindaco di Firenze Matteo Renzi: “Bersani ci guiderà fra una settimana alla vittoria, Matteo Renzi sarà una grande risorsa per il futuro”.
Esordisce con ironia Bersani, che nella piazza gremita dichiara: “Ancora sette giorni e lo smacchiamo il giaguaro”, riferendosi a Silvio Berlusconi. Bersani ha detto: “Ci siamo stretti in un patto e lo abbiamo fatto davanti a 3 milioni e 200mila notai. Faccio appello al nostro popolo, il popolo delle primarie. Con loro abbiamo siglato la nostra coalizione”.
Parlando del futuro dell’Italia, Bersani non lascia facili illusioni e “favole”: “Chi aveva pensato che ci saremmo divisi non ha capito la forza dei progressisti italiani e chi si diverte a “sfrugugliare” nella nostra coalizione si riposi. Faccio una previsione: la nostra coalizione sarà stabile e coesa; le loro si sfalderanno. L’Italia ce la farà, ma non con le favole”.
La battaglia del Pd, assicura Bersani, paserà in primis dalla lotta alla corruzione: “«Al primo giorno a Palazzo Chigi io chiamerò la Caritas, l’Arci e i Comuni a far dire agli italiani che c’é un sacco di gente che non riesce a mangiare, e partiamo da lì”. Durante il suo discorso, il segretario del Pd ha poi ribadito che tra le priorità ci sarà una “grande “lenzuolata” di norme contro la corruzione. Perché è ora che si premino gli onesti, e non i furbi”.
Anche Nichi Vendola è salito sul palco ed ha rassicurato l’alleato Pd: “Non sarò un elemento di disturbo, ma una garanzia di stabilità e governabilità”.
Umberto Ambrosoli, candidato del centrosinistra alla Regione Lombardia, ha detto: “Il 25 aprile quest’anno arriva a febbraio. Non abbiamo bisogno di continuità ma di una nuova prospettiva. La Lombardia ha l’occasione di scrivere una pagina di storia come quella di tanti anni fa”.
Poi parlando della Lombardia ha aggiunto: “Nel nostro presente le regole sono state stracciate con una tale meticolosità da permettere alla ‘ndrangheta di mettere in debito con se stessa un soggetto che sedeva nella Giunta regionale. Vogliamo costruire il nostro futuro con i mattoni delle regole ma ci sono persone a cui le regole non interessano e che si vogliono appropriare del bene comune”.
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